«La bicicletta è sempre stata una costante nella mia vita». Questa è una frase che ritorna spesso nelle interviste agli amatori. Persone normali, che riesco a ritagliarsi dello spazio all’interno delle loro giornate per uscire in bicicletta (con amici, compagni di squadra, parenti o anche da soli) e godersi la natura in tutto il suo splendore. Questo è ciò che fa Luciano Mulattieri, 64enne di Pozzaglio ed Uniti (Cremona), che è salito per la prima volta in sella da bambino e ancora oggi è il suo passato tempo preferito.
«Fin da piccolino ho iniziato a correre con la bici da strada, arrivando fino a gareggiare nella categoria allievi ed esordienti. Con il passare del tempo, però, ho optato per altri sport lasciando un po’ da parte il ciclismo. La fiamma della passione si però è riaccesa alla soglia dei trent’anni, quando ho deciso di riprendere a pedalare per cercare di mantenere la forma. Da allora non l’ho più abbandonata, anche se una piccola modifica c’è stata. Sono passato alla mountain bike».
Come mai questa scelta?
«Mi dà più piacere pedalare sui sentieri di montagna e in mezzo alla natura, piuttosto che sulle strade asfaltate con il traffico e un’infinità di pericoli. Ho però “conservato” le caratteristiche dello stradista. Non sono veloce ed esplosivo come molti biker, ma ho una grande resistenza alla fatica e mi difendo bene sulle lunghe distanze. Io sono infatti un appassionato di marathon. Io amo prendere la mia bici e andare in mezzo al bosco. La uso come valvola di sfogo dal lavoro, dalla famiglia e dalla vita quotidiana in generale».
Quelle sono zone bellissime in cui pedalare. Lei solitamente dove si allena?
«Durante la settimana esco in mountain bike, o con la bici da gravel, principalmente nelle pianure qui vicino o sugli argini del fiume Po. Mentre nel weekend prendo la macchina, ci carico la bici e vado in giro per la regione alla caccia dei paesaggi più belli e delle salite più dure. Le tappe più gettonate sono i laghi di Garda e Iseo, le montagne bresciane o anche le colline piacentine».
Quest’anno del Prestigio ha corso: Tre Valli, Gran Romagna, Lessinia Legend, Assietta Legend, la 100 Km dei Forti e la Maratona della Dolomiti. Quale corsa che le è piaciuta di più?
«Devo dire che alcune le conoscevo già, mentre in altre ero alla prima partecipazione. Tra quest’ultime la Assietta Legend mi ha affascinato. Il sentiero è veramente molto bello e il paesaggi intorno da lasciare a bocca aperta. In più è una Gran Fondo tutta sopra i 2000 metri. Quindi è anche molto spettacolare anche da correre. Peccato per la brutta giornata a livello meteorologico, che ha non ha permesso di apprezzare al massimo il panorama. Le montagne lì intorno sono molto belle da visitare e uno ci si può fermare anche per un paio di giorni. Sicuramente ci tornerò, sperando di trovare una giornata più fortunata, così da potermi fermare a visitare la zona».
Anche alla Maratona era alla prima esperienza?
«No, no. Per me la Dolomiti Superbike è un must, un appuntamento immancabile. Quest’anno era l’ottava partecipazione consecutiva. Ho saltato solo quella del Covid. Per me è probabilmente la corsa più bella e divertente del calendario italiano. Secondo me è molto bella anche perché ritengo che sia abbordabile anche per uno amatore meno allenato. Poi in generale corse così lunghe come la Lessinia Legende e la 100 Km dei Forti mi piacciono molto».
Invece dell’esperienza alla Gran Fondo Romagna, una delle novità di quest’anno nel Prestigio, cosa ne pensi?
«La gara è bella, dura e con un dislivello non trascurabile per la distanza. Però non fa per me. Io faccio fatica nelle corte, perché cerco sempre di partire forte come fanno quelli bravi, ma poi pago l’alto ritmo e ho bisogno di un attimino per riprendermi dallo sforzo. Essendo prevista nella prima parte della stagione l’ho però voluta provare, visto che in quel periodo dell’anno non ero ancora preparatissimo. Come seconda Gran Fondo era una bella prova per mettere su fatica sulle gambe. Parlando dell’organizzazione è stata ottima, l’accoglienza molto calorosa, il pasta party buono e il post corsa molto carino».
Quante gare fa più o meno all’anno? Segue altri circuito oltre al Prestigio?
«Più o meno una decina l’anno. Attualmente sono a quota otto, ma ho ancora in programma la Marathon della Brianza. Come circuiti quest’anno ho voluto concentrarmi sul Prestigio e sul suo calendario, ma ho notato che un paio di corse combaciavano con il Track Zero Wind. Quindi mi sono iscritto anche a quello, di cui ho corso la Castello di Monteriggioni a marzo e la Granfondo del Durello a fine aprile. Poi ho preso parte a 100 Km dei Forti e Assietta Legend, che erano anche gare del Prestigio. Mentre chiudo la stagione il 15 settembre con la marathon brianzola».
Le trasferte le fa da solo, con il team o in compagnia di amici/parenti?
«Principalmente mi muovo da solo. La mia è una piccola squadra del cremonese (ASD Kulamula MTB Cremona, ndr). Team che fino a qualche anno fa organizzava la 24 ore qui a Cremona. Adesso la società non fa più tanti numeri e di gente che va in giro a correre ce ne è sempre meno. Inoltre, alla gran parte dei tesserati non piacciono le Granfondo, ma preferiscono le gare di cross country o piccoli circuiti regionali o provinciali. Io, però, sono un amante delle corse lunghe e mi sono organizzato. Quando può, mi accompagna mia moglie, sennò vado da solo che tanto mi diverto lo stesso».