Porro sul Mondiale Marathon: «Percorso poco duro. Temo gli americani e il meteo»

Porro
La felicità di Samuele Porro dopo la vittoria alla Dolomiti Superbike (Credits: YAK Agency)
Tempo di lettura: 5 minuti

Domenica si correrà il Mondiale Marathon 2024, uno degli ultimi appuntamenti di spessore della stagione internazionale per la disciplina. Sei gli azzurri al via, ufficializzati qualche ora fa dal ct Mirko Celestino. Tra questi spiccano i nomi dei due bronzi europei Fabian Rabenstainer e Claudia Peretti, oltre che quello del veterano Samuele Porro. Il biker lombardo sta vivendo un ottimo 2024, raccogliendo diversi successi personali e di squadra, e in questo finale di stagione si gioca molto. Il 36enne, infatti, è ancora alla ricerca di un nuovo contratto per il prossimo anno.

Come valuti la tua stagione fino ad ora?

«Solida e molto positiva. Siamo riusciti, sia io che Fabio (Rabensteiner, ndr), ad andare forte da inizio a, speriamo, fine stagione. Già a febbraio, in Andalusia, abbiamo centrato la prima vittoria, mostrando da subito una buona preparazione fisica. Buona è stata anche la prestazione alla Cape Epic, anche se lì è mancata un po’ di fortuna. Puntavamo al podio della generale, ma abbiamo perso un troppo tempo per cause non imputabili a noi e siamo finiti quinti. Poi ci siamo rifatti subito con tanti buoni risultati e diverse vittorie nel corso della stagione, le quali hanno confermato le sensazioni positive. Da ultimo abbiamo corso e vinto la Swiss Epic a coppie, mentre singolarmente ho conquistato le ultime tre gare: Dolomiti Superbike, National Park by Marathon e la Mythos Primiero. Il 2024 si può quindi considerare molto positivo fino ad ora. Adesso ci attendo il gran finale con il Mondiale questo weekend e l’ultima tappa di Coppa del Mondo il 29 settembre, dove siamo io terzo e Fabian primo. Vogliamo assolutamente portare questo doppio risultato a casa».

Come dicevi vieni da un periodo positivo, con tante vittorie, e domenica si assegna la maglia iridata a Snowshoe. Come ti senti? Che obiettivo hai per questo Mondiale?

«Personalmente mi sento molto bene. Devo ancora capire bene quanto il percorso può essere congeniale le mie caratteristiche. Sarà sicuramente importante gestire bene la prima parte di gara, che può essere quella un po’ più complicata per me. Io sono uno scalatore puro e la prima parte non si addice molto a me. Mentre nella seconda posso far molto bene visto il finale in salita».

Porro
Samuele Porro in azione alla Mythos Primiero 2024 (credit: www.newspower.it)

Incognita importante quella del meteo. Fino ad ora il tempo è stato bello, ma per il weekend promette pioggia. Come cambia?

«Non mi voglio nascondere o dire fesserie. Il meteo mi preoccupa parecchio. Spero che sia bello e che possa esserci una buona giornata. Sento di avere ho una buona gamba, ma il brutto tempo potrebbe penalizzarmi molto. Staremo a vedere. Sarebbe importante che non faccia tanto freddo come l’anno passato. Ci sono ovviamente corridori che si trovano meglio con pioggia e vento. E chi li digerisce meno. Io personalmente faccio parte del secondo gruppo».

Quello di Snowshoe è un arrivo piuttosto alto. Correre in altura potrebbe influire sulle prestazioni?

«Solitamente si, ma in questo caso no. L’arrivo è a 1500 m, vero, ma il resto del percorso è più basso. La partenza è anomala perché il primo tratto presenta principalmente discese e si va molto giù. Mentre nella parte centrale si sale gradualmente. Non ci sono lunghe ascese. Quindi l’arrivo in quota non dovrebbe incidere neanche troppo nel finale».

Potresti dover lavorare per Rabensteiner o proverai a fare la tua gara?

«Quello di quest’anno è un percorso dove è difficile correre per qualcuno. Si tratta di un tracciato molto individuale, con le prime due ore e mezza che saranno tutti single track dove sarà difficile mettersi davanti a tirare o alzare l’andatura per il compagno di squadra. Solo la seconda metà si potrebbe riuscire a dare una mano, ma bisogna prima vedere come si evolve la corsa. Ovviamente ne abbiamo parlato con il cittì e abbiamo buttato giù la miglior strategia per domenica. Essendo quattro atleti sicuramente proveremo ad aiutarci lungo il percorso. Però, l’aiuto, non verrà tanto dal lavoro che uno farà per l’altro, quanto dal supportarci a vicenda. Ad esempio, all’attacco di un single track, si proverà a far passare i compagni di squadra e cose simili».

Porro
Samuele Porro, 36enne corridore della Wilier-Vittoria MTB Factory Team (credit: Wisthaler)

Tra gli iscritti alla corsa chi sono gli avversari più temuti?

«Non c’è un nome singolo che prevale sugli altri. Sicuramente gli americani andranno tenuti d’occhio. Corrono in casa e sono tutti ottimi cross countrysti. Questo è un percorso un po’ ambiguo per essere una marathon. Non è duro, ha pochissimo dislivello e loro in questi tracciati si trovano molto bene. Sembra un percorso disegnatogli su misura. Quindi posso fare molto bene».

Provando a dare uno sguardo al 2025. Dopo un’ottima stagione come questa a cosa ambisce Samuele Porro?

«L’anno prossimo è veramente bello il percorso del mondiale. Si corre a Grand Raid (Svizzera, ndr) che è un tracciato che si addice molto alle mie caratteristiche. Quella, a differenza di quest’anno, sarà una gara molto dura, con tanto dislivello e che esalta gli scalatori puri come me. In passato ho già provato a vincerla e mi piacerebbe prepararla bene, orientando la stagione con un importante focus sul Mondiale».

Il prossimo sarà un anno importante per te: cambi squadra e soprattutto ti separi dal grande amico Fabian. Come è stato correre in coppia con lui?

«È bello e comodo. Con lui non c’è neanche bisogno di parlarci. Entrambi sappiamo perfettamente cosa pensa l’altro in quel momenti. Conosciamo benissimo i punti deboli e i punti di forza del compagno. Sappiamo benissimo quando siamo in forma o meno, cosa possiamo fare e abbiamo studiato tanto i nostri avversari. Correre così è proprio facile. In più ci siamo trovati bene in allenamento fin dal primo giorno. Quando siamo in ritiro c’è proprio tanto affinità».

Porro
L’arrivo in parata di Samuele Porro e Fabian Rabensteiner alla Dolomiti Superbike (Credits: YAK Agency)

Ti chiedo un pregio e un difetto di Rabensteiner.

«Un pregio è che lui c’è sempre. È matematico. Non sbaglia mai un colpo. Puoi sempre fare affidamento su di Fabian. Questo, però, ha anche un altro lato della medaglia. Nel senso che non esce mai dal suo schema. Io anche non sono proprio un tipo che corre d’istinto o di sensazioni. Però ogni tanto esco dagli schemi. Mentre Fabian non riesce proprio, ne rimane rigidamente dentro».

Un augurio finale per questo Mondiale?

«Quello di divertirci. Come singoli e come squadra. Secondo me è importante divertirsi quando si fa quello che ti piace. E ovviamente di farlo bene. Soprattutto in gara, quando ti diverti fai sicuramente del tuo meglio».