E’ notizia di questi giorni il lancio di una nuova linea di sospensioni marchiate Crest, brand da qualche tempo sotto l’ala del colosso Giant. Sospensioni di buon livello, specifiche per Cross Country e Trail, che nel 2025 vedremo montate su alcune versioni dei modelli di punta del segmento off-road di Giant, come XTC e Anthem. A prima vista, questa notizia potrebbe sembrare di poco conto. In realtà può essere considerata un (ulteriore) segnale di come il mercato della bicicletta stia mutando. Cambiamenti che, per essere compresi, vanno analizzati nel dettaglio. Senza indugiare ulteriormente, iniziamo subito.
Da alcuni anni una crescente tendenza vede molte aziende non solo produrre e vendere biciclette, ma anche progettare e realizzare autonomamente componenti chiave. O perlomeno, se non direttamente, attraverso marchi satellite. Come per l’appunto Crest, Roval (di proprietà Specialized), Syncros (di proprietà Scott), Hollowgram (di proprietà Cannondale), Bontrager (di proprietà Trek) e altri. Questo fenomeno ha portato a una vera e propria trasformazione dell’industria, dove la componente di “verticalizzazione” dei processi produttivi è sempre più marcata.
Le motivazioni? Costi inferiori e più qualità
Le motivazioni alla base sono principalmente due. Da un lato, vi è un interesse sempre maggiore nel ridurre i costi di produzione (in parte anche per abbattere il prezzo finale del prodotto). Dall’altro la volontà di avere un controllo maggiore sulla qualità dei componenti e sull’integrazione tra i vari elementi. Nel caso di Giant, ad esempio, la creazione della linea Crest permette di ridurre la dipendenza da fornitori esterni per la fornitura di sospensioni, ma anche di proporre un prodotto che risponde in modo più preciso alle esigenze specifiche delle biciclette in questione.
Allo stesso modo e per gli stessi motivi gli altri marchi hanno iniziato a produrre in-house o attraverso marchi controllati ruote, gomme, sospensioni e altri componenti che, un tempo, erano appannaggio di brand esterni come Fox, RockShox, Shimano etc. Come conseguenza di questo processo, c’è la progressiva riduzione di scelta per il consumatore. Se un tempo era possibile assemblare una bicicletta scegliendo componenti di diversi marchi, oggi non è più così.Oggi troviamo “pacchetti completi” a prezzi competitivi, che agevolano i biker neofiti. Ma che penalizzano la scelta dei più esperti, magari costretti ad acquistare migliorie in aftermarket.
Inoltre, anche se spesso la qualità dei componenti prodotti internamente da questi grandi marchi è molto alta, questi non sempre riescono a competere nei dettagli con i leader storici del settore, che sono da anni specializzati. Le nuove sospensioni Crest ad esempio, pur essendo di buona qualità, potrebbero non avere lo stesso livello di personalizzazione che offrono i marchi specializzati ed è anche per questo che vengono ancorate anacronisticamente a modelli di fascia medio-alta, ma comunque migliorabili nel tempo. In ogni caso, la strada sembra comunque tracciata.
Efficienza o personalizzazione? Le aziende, la loro scelta, l’hanno fatta.