Istinto o watt? I consigli per salvare la pelle in Mtb

Istinto
Per le gare brevi, ci sono fasi in cui gestirsi può non essere semplice. Una di queste è senza dubbio la partenza (credit: Boris Beyer/Red Bull Content Pool)
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Una domanda che tutti i veri biker almeno una volta, prima o durante una gara, si sono posti. Meglio seguire la sensazione, l’istinto e magari un avversario o seguire i propri numeri? Per gli allenamenti, la risposta è semplice: i propri numeri (scelti con dovizia) sono una via sicura per pedalare al meglio, senza rischi, in buona parte dei casi.

Quando parliamo di gare, invece, il discorso è ben più complesso. Indipendentemente dalla distanza e dal formato, con un’errata gestione dello sforzo, il rischio di “esplodere” c’è ed è alto, inutile negarlo. Soprattutto, ovviamente, per chi è magari poco allenato.

In gara, la gestione è dunque fondamentale, ma è comunque da combinare con una strategia “vincente”. Rispettando il cosiddetto “pacing” (banalmente un ritmo alto, ma sostenibile a lungo; un concetto centrale nel mondo delle cronometro su strada) si riduce drasticamente la percentuale di rischio di crollo improvviso. Ma questo non è sempre la risposta giusta, il tutto va sempre valutato, bilanciando pro, contro e rischi di ogni scelta: vediamo perché.

Istinto
Più la gara si fa lunga, più la gestione diventa importante (credit: Bartek Wolinski/Red Bull Content Pool)

L’importanza del ritmo nelle lunghe distanze

Sicuramente quando si parla di lunghe distanze (GF e Marathon) è consigliabile seguire il più possibile il proprio ritmo fin dalla partenza (verificando frequenza cardiaca o potenza, o entrambe) e poi magari andare ad aumentare nel finale, qualora possibile. Un ritmo che va stabilito sulla base dei propri parametri, ovviamente. A questo scopo, certamente, molto utile è il potenziometro, che fornisce dati oggettivi. Tramite i vari test (ne esistono di diverso tipo), è possibile stabilire le varie zone di potenza e attraverso queste stabilire anche un “pacing” giusto da seguire in gara.

Insomma, una vera e propria strategia, che però difficilmente può essere applicata nelle gare più brevi, dove l’aspetto tattico è più predominante. Qui subentrano infatti molti fattori e quindi il tutto va valutato sul singolo momento: se seguire un attacco, dove risparmiarsi e dove invece procedere regolare.

La gestione dello sforzo e il ruolo della mente

La partenza è ad esempio in molti casi “a tutta”, ma nelle fasi centrali è bene che le gambe siano collegate alla mente per rendere al meglio e condurre al risultato migliore possibile. Qui, ancora una volta, subentra la gestione dello sforzo, che soprattutto quando si è in solitaria, può essere agevolata come dicevamo dalla strumentazione. Oltre a questo, ovviamente, per scongiurare crisi improvvise, bisogna anche ricordarsi di bere e mangiare adeguatamente (NE ABBIAMO GIA’ PARLATO QUI). Ma questo lo approfondiremo in altre occasioni.

Misuratore di potenza
Il misuratore di potenza (in foto gli Assioma Pro MX) fornisce dati oggettivi, utili in quest’ottica. Se combinati con i dati di frequenza cardiaca, la visione è ancor più completa

Insomma, anche la Mtb, sport “di fatica vera”, è tutt’altro che un semplice pedalare, soprattutto quando si parla di gare. Queste, indipendentemente dalla distanza, vanno sempre approcciate in maniera oculata. Andare al massimo non è sempre la risposta, tutt’altro.