Dovessimo trovare un aggettivo per definire una corona in carbonio sarebbe forse sofisticata. Sono belle, per carità, ma intorno a queste non mancano sicuramente scetticismi, fondati e meno: vantaggio o lusso eccessivo? E poi, sono resistenti?
Difficile rispondere univocamente. Sicuramente più nelle corde analizzare cosa siano e perché le aziende le producono: perciò, ecco tutto nelle prossime righe.
Corone in carbonio: come vengono realizzate?
Innanzitutto, va detto, in realtà la cosiddetta “corona in carbonio” non è interamente realizzata con questo materiale. E’ il frutto dell’unione tra due elementi, l’alluminio e il carbonio.
Nelle corone “più comuni”, la lega metallica funge da base, ospitando i fori per la guarnitura e la dentatura, mentre lo strato esterno in fibra di carbonio (che riveste) riduce peso e impatto con l’aria. È il caso di alcune corone prodotte ad esempio da Miche, per bici da corsa, pista e cronometro, dove rigidità, ma anche leggerezza e aerodinamica sono valori fondamentali. Che poi non tutte sono uguali. Una filosofia costruttiva diversa è ad esempio quella utilizzata da Carbon-Ti, azienda bresciana, punto di riferimento del settore a livello internazionale. Qui è il supporto ad essere al 100% in fibra di carbonio 3K, mentre la dentatura è realizzata in lega AL7075-T6.
Degne di citazione sono anche le Gemini (marchio spagnolo con sede a Barcellona), che propongono soluzioni ancor più estreme. La corona ‘Rigel’ da Mtb, nota per pesare appena 39 grammi, ha infatti anima in alluminio, ma è rivestita esternamente e interamente in fibra di carbonio (inclusa dentatura), attraverso una tecnologia di loro proprietà chiamata CFT.

Non sono mancate negli anni combinazioni con altri materiali, come ad esempio con il titanio, ma il problema principale resta legato ai costi elevatissimi di un metallo così nobile.
Perché scegliere una corona in carbonio?
I vantaggi principali sono tre: peso ridotto, rigidità e miglioramento aerodinamico. Una corona in carbonio può far risparmiare 30-40 grammi rispetto a una in alluminio (ma dipende dal modello e dall’obiettivo di esso). Concede poi una migliore risposta torsionale, permettendo una trasmissione di potenza più efficiente.
Infine, la fibra di carbonio consente forme più aerodinamiche e integrate con la guarnitura. E, per i modelli con denti in carbonio, si parla anche di miglior scorrevolezza (forse, però, da bilanciare con usura più precoce).
Il rovescio della medaglia è certamente il costo, due o tre volte superiore a quello di una equivalente in alluminio. C’è poi il rischio di fare danni per chi fa Mtb vera. Ma tutto questo, per prodotti di questo tipo, non è certamente in primo piano: per i vantaggi elencati, ma soprattutto un’estetica così pazzesca, una ristretta cerchia di biker (ma anche e soprattutto di stradisti) è disposta a tutto.










