Una vittoria sognata, cercata e raggiunta. La HERO Dolomites era uno degli appuntamenti clou del calendario dei TorpRider Tropado e nessuno si è tirato indietro. Katazina Sosna, ha portato a casa un importante successo per tutto il team, vincendo la classifica assoluta donne di una delle gare più dure sulla faccia della terra. Ecco le sue emozioni dopo aver coronato un sogno…
Correva l’anno 2015, Katazina cominciava a sognare la HERO…
Era il mio primo anno in MTB, mi sono subito innamorata delle montagne e di questa gara, avevo capito che prima o poi avrei dovuto vincere la HERO. Non è una gara che conquisti prendendo la prima salita in testa, tutti questi anni mi sono serviti per capire al meglio come gestire una competizione di questo tipo. Nel 2018 avevo già raccolto il secondo posto assoluto e il nostro team manager Sandro Lazzarin credeva fortemente che io potessi arrivare a qualcosa di più, in quel momento abbiamo capito che potevo davvero arrivare a giocarmi una vittoria. Quest’anno sapevo di essermi preparata nel modo giusto, con Luca Bramati, abbiamo deciso di cambiare approccio e abbiamo avuto ragione. Era importante per il mio Paese e per il mio palmares, questa vittoria ha il sapore di un mondiale.
In quale momento hai realizzato che stavi conquistando il gradino più alto?
La gara impone una concentrazione costante, non avevo tanto tempo per pensare, anche perché non avevo provato il percorso. Sui 60 km di gara, è stato solo all’ultimo chilometro che ho realizzato cosa stavo compiendo, lungo i 59 km ho mantenuto alta la concentrazione, non potevo sbagliare o distrarmi, in particolar modo sulla salita del Passo Sella, una delle più spietate per me. Ho stretto i denti e solo una volta arrivata al traguardo, sebbene fossi ancora incredula, ho tirato un sospiro di sollievo, ce l’avevo fatta.
Qual è stato il tratto più bello di questa HERO?
Sembrerà strano, ma per me è stato il Passo Pordoi, da bordo sentiero sentivo gli incitamenti, mi davano ulteriore forza per affrontare il resto della gara. Ho avuto la pelle d’oca. Panoramicamente mi fido delle foto, io avevo gli occhi puntati sulla salita e non ho potuto girarmi più di tanto. Qualcuno si sarà anche reso conto, come il nostro team manager Sandro, che sul Dantercepies ho scollinato con un minuto di vantaggio sulla seconda perdendo poco dopo ben 40″. Con la freccia che puntava verso destra ho ben pensato di andare a sinistra, una distrazione che poteva costarmi cara.
Quali scelte tecniche hai adottato?
Dopo aver corso tutta la prima parte di stagione in sella alla ReNero, ho scelto di utilizzare la Ribot X, la hardtail di Torpado è stata una manna sulle rampe della HERO. Molto più leggera della full e questo mi ha aiutata molto, poi ho scelto di utilizzare una corona FSA da 32 denti con la cassetta 10-50, altre ragazze hanno utilizzato la 30, ma quando in passato l’ho fatto anche io non sono riuscita ad esprimere al meglio la mia potenza. Per i copertoni abbiamo scelto di utilizzare il CST Patrol all’anteriore e il Camber posteriore, su cerchi Blacks in carbonio leggerissimi e utilizzando il Marconi Protector in entrambe le gomme. Era tutto perfetto.
Oltre all’incredibile assolo di Sosna, i colori del Torpado Sudtirol hanno caratterizzato anche la top 10 maschile, Riccardo Chiarini ha lottato per un posto nei dieci fino alla fine: «Ho corso -dichiara Riccardo- cercando di tenere stretta una posizione nei primi 10, la condizione c’è, ma tutti i presenti avevano ambizioni come la mia. In vista dell’europeo tutti sono in uno stato di forma ottimale e faceva gola a tanti fare risultato qui. Io ho conquistato il decimo posto e ne sono ben contento».
In continua crescita anche il campione estone Peeter Pruus che ha concluso la prova in 14ª posizione.
Sul percorso corto di 60 chilometri invece Jakob Dorigoni ha raccolto la seconda piazza, mentre la nostra Greta Karasiovaite porta a casa un altro successo, 16ª assoluta e prima delle under23.