Addio a Walter Belli, il guerriero che inseguiva la “Velocità Perfetta”

Walter Belli nel docufilm "La Velocità Perfetta"
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Una triste notizia è appena arrivata in redazione. Addio a Walter Belli, il guerriero che inseguiva la “Velocità Perfetta“.

La Velocità Perfetta racconta la storia di Walter Belli. Dopo una vita da atleta e campione di downhill, nel 2014 all’apice della sua carriera, ha avuto un brutto incidente cadendo dalla bici. Due settimane dopo si è risvegliato in un mondo diverso. Non riusciva più a muoversi.

Per tutta la vita ho inseguito la velocità, e ora mi trovo immobilizzato su una sedia a rotelle. Quella di un tetraplegico è spesso la vita di un recluso, di un invisibile. Uscire è un continuo scontro con le barriere architettoniche, i costi dei mezzi di trasporto, l’indifferenza della gente. E anche in casa si dipende sempre dall’aiuto degli altri.
Ma io sono abituato a lottare, come quando torni in sella dopo ogni caduta.
Per questo motivo voglio raccontarvi la mia storia con questo documentario: cosa mi è successo, cosa significa vivere ogni giorno nella mia condizione e come sto ritrovando quella che ho definito la mia ‘velocità perfetta
“.

Si raccontava così, Walter Belli, nel suo sito: «Una base da trialista, atleta della Nazionale Italiana MTB e atleta RedBull, pluricampione italiano di BikeTrial e tanti altri successi (2001-2006), 2 Guinness World Record MTB. Molteplici freestyle show in trasmissioni televisive ed eventi. Dal 2006, la mia specialità diventa il Downhill e sono il primo atleta al mondo a gareggiare nella World Cup UCI Trial & Downhill.

Era un giorno come tanti, era un’uscita di lavoro in bici come tante, adrenalina e divertimento. Poi un malore, la caduta, il buio. Era il 12 ottobre 2014, quando sono caduto dalla bici e mi sono ritrovato in un letto di ospedale. Ho riaperto per la prima volta gli occhi dopo due settimane di coma farmacologico per capire che non ero più la stessa persona e avevo davanti una vita che non mi sentivo mia.

Più di un anno di degenza in ospedale, svariati arresti cardiaci, operazioni e tanto impegno, fisico e soprattutto psicologico. Dovevo ritrovare la mia ‘velocità perfetta’, quella che credevo di avere finalmente trovato e che poi pensavo di aver improvvisamente perso in una caduta.

Oggi mi sento un guerriero che vi vuole raccontare attraverso il suo diario e i suoi progetti, come tutti i giorni lotta per volare alto alla continua ricerca della sua ‘velocità perfetta’ e per portare avanti la sua nuova mission, quella di essere di ispirazione e supporto agli altri».

Alla famiglia e agli amici di Walter Belli, un abbraccio e condoglianze da parte della redazione di MTB Magazine.