Eva Lechner: “Ho lavorato un’estate intera per comprare la mia prima bici. Gioie, delusioni, progetti: vi dico tutto”

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Siamo 8 miliardi di persone, ma Eva Lechner è una delle poche di cui tutti si ricorderanno nel mondo dello sport. Un’atleta e una donna di grande ispirazione per tutte le ragazze che si tuffano nel mondo del ciclismo. Per mettere ordine a tutti i suoi risultati servirebbe un contabile. La mountain bike è per lei il carburante che alimenta la sua vita.

Eva, perché il ciclismo?

«Ho provato altri sport, ma nessuno di questi riusciva ad accendere il fuoco dentro di me. Avevo 15 anni e tutto quello che sapevo del mondo della bicicletta lo devo a mio papà: passavamo interi pomeriggi a guardare il Tour de France e il Giro d’Italia e non smettevamo mai di esaltarci assaporando le imprese di Marco Pantani, però non sapevo ancora dell’esistenza di gare in Mtb. Volevo tanto una bici, ho lavorato tutta l’estate e con i soldi guadagnati sono riuscita ad esaudire questo mio desiderio recandomi in un negozio vicino a casa mia. Lí ho conosciuto il mio primo allenatore che mi ha fatto scoprire la mia vocazione: competere nel cross country».

Il 2023 sarà la tua 22esima stagione in sella a una bicicletta: con quale mentalità l’affronterai?

«Dopo dieci anni, quest’autunno, ho vissuto la mia prima vera lunga pausa. Mi sento rigenerata e pronta a dare tutta me stessa per i prossimi obiettivi».

Quali sono?

«Inizierò con le gare di ciclocross in Italia per preparare la mia condizione in vista della nuova stagione di XC. Mi piacerebbe essere al via alla Coppa del Mondo in Val di Sole, quest’anno pedalare su quel percorso con la neve è stato surreale. Non ho obbiettivi specifici, cercherò di essere competitiva fin da gennaio».

Sarà anche l’anno preolimpico, per te potrebbe essere la quinta partecipazione, quanto punti alle Olimpiadi di MTB 2024 a Parigi?

«È un tema molto delicato – sospira -, onestamente non mi aspetto di essere sulla griglia di partenza. Durante tutte le mie quattro partecipazioni, nonostante l’immensa quantità di sudore versata per essere preparata al meglio, non sono mai riuscita a esprimere la vera me. Non vedo i Giochi Olimpici come un’opportunità, questi ultimi anni della mia carriera li voglio vivere divertendomi e cercando ancora qualche altra bella soddisfazione».

Eva Lechner è nata a Bolzano il 1° luglio 1985: è stata medaglia d’argento ai Mondiali di mountain bike del 2020 e di bronzo a quelli del 2011

Dopo tutti questi anni, qual è stato il più brutto momento?

«Due sono state le mie più grandi delusioni: la prima l’Olimpiade di Londra nel 2012, avevo messo nel mirino un risultato a cinque cerchi che non è arrivato nonostante la mia meticolosa preparazione. La seconda il Mondiale a Tabor nel 2015: partivo da favorita ma subito dopo la partenza un’avversaria mi ha buttata giù rendendo il forcellino inutilizzabile. Sono partita cinque minuti dopo pur sapendo di aver perso tutto, ma continuando a dare il massimo e registrando i tempi migliori rispetto alle prime».

E quello più bello?

«Sicuramente la medaglia d’argento ai mondiali 2020. Venivo da anni difficili per la mia carriera e, nonostante la stagione compromessa per tutti dal Covid, sono riuscita a togliermi questa bellissima soddisfazione».

Hai già pensato a ciò che farai dopo?

«Sono sicura che non mi allontanerò dal mondo dello sport. Essere presente alle gare ciclistiche, aiutando le giovani ragazze a crescere, è una mia aspirazione. Non vedo il mio futuro al di fuori di questo pazzo e stimolante mondo ciclistico»

L’insegnamento più importante che il ciclismo ti ha trasmesso?

«Impegno e disciplina. La cosa che ho imparato ad accettare è che bisogna faticare per ottenere quello che si vuole. Mi svegliavo tutte le mattine alle 6, andavo a scuola, tornavo a casa, mangiavo velocemente per poi salire il prima possibile sulla mia bicicletta. Giornate impegnative sì, ma mi hanno resa la persona che sono oggi e lo rifarei altre mille volte».