MONDIALI 2023 / Ragnoli svela i piani per il Marathon e la sua Storm. «Voglio sfruttare questa opportunità»

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Juri Ragnoli, approdato in questa stagione al Fm Bike Factory Team, ha ritrovato nell’ultimo periodo il giusto colpo di pedale. Dopo una lunghissima parentesi con Scott Racing Team, durata ben 13 anni, era giunto il momento di cambiare ed i risultati gli stanno dando ragione: primo alla Dolomitica Brenta Bike, nono alla Hero, decimo alla Dolomiti Superbike (dopo una prova tutta all’attacco) e quarto ai recenti Campionati italiani. Adesso è a Glasgow, dove sono in corso le ricognizioni sul percorso, in attesa della sfida iridata di sabato 6 agosto. «Sarà il mio undicesimo Mondiale, ma partire a questa gara è sempre emozionante, come fosse la prima volta. Sono molto contento di questa nuova e inattesa opportunità, sono pronto a dare il massimo».

Il 2023 è stato un anno di cambiamenti. Che stagione è stata finora? «Una buona stagione direi. A 35 anni e dopo tanto tempo, ho deciso di cambiare team e di abbracciare un progetto bresciano al 100%, come me. Ho trovato nuovi stimoli e piano piano stiamo iniziando a raccogliere i frutti di tanto lavoro».

In questi giorni hai provato il percorso di Glasgow. Quali sono le prime impressioni? «Alla partenza non sapevamo quasi nulla, dunque anche per noi è stata una scoperta. Come previsto, però, sarà una gara da passisti. Ci sono lunghe salite pedalabili e discese molto tecniche, non il massimo per le mie caratteristiche. Speravo in un percorso più duro, con salite pendenti, dove poter far emergere le mie qualità di scalatore».

Che meteo avete trovato?
«In questi giorni il meteo è molto variabile: al nostro arrivo abbiamo trovato pioggia e forte vento, ma ora è apparso un pallido sole e la temperatura sfiora i 20 gradi. Il tracciato è già molto fangoso ed è prevista altra pioggia».

Juri Ragnoli – Scott Racing Team

Come verrà interpretata tatticamente la gara? «Non è facile dare una chiave di lettura univoca: tutto dipenderà dalle condizioni del terreno. In caso dovesse piovere ancora, come da previsione, la gara sarà molto selettiva ed “a eliminazione”. Con il fango, problemi meccanici e scivolate sono dietro l’angolo, dunque non è affatto scontato il risultato finale. In caso ci sia il sole, invece, la gara sarà più veloce e tattica».

Che non sarà una gara per scalatori puri, è chiaro. Come interpreterai questa prova?
«Giocherò le mie carte fin da subito e poi vedrò. Se durante la gara, mi renderò conto di non poter ambire a qualcosa di importante, non mi farò problemi ad aiutare i capitani Rabensteiner e Porro. La mia condizione è ottima, ma in questi giorni, anche a causa delle avverse condizioni climatiche, sono incappato in un leggero raffreddore. Qualunque sarà il risultato andrà bene: essere qui è già un successo, per me e per tutto il Team».

In questa stagione hai usato due bici, una front ed una full, completamente artigianali e su misura. Quale userai sabato?
«Ho optato per la Storm, la full di Fm Bike. Con Michele Favaloro, il costruttore, abbiamo lavorato tanto quest’inverno per lo sviluppo e la realizzazione di questa bici. E’ un mezzo molto performante, ma soprattutto affidabile. Essere a Glasgow con una bici che ho visto nascere “da zero” pochi mesi fa è un qualcosa di unico».

Quali sono le caratteristiche principali?
«Il telaio è in fibra di carbonio 3k Toray ed è, come già detto, completamente su misura. Ha un design unico, anche per via di alcune scelte che sono state fatte in fase di progettazione. Il piantone verticale, ad esempio, è curvo. Questo ci ha permesso di avere un passaggio ruota più ampio, ma non solo: questa particolare forma, infatti, consente delle piccole flessioni, anche con l’ammortizzatore bloccato. Inoltre, il movimento centrale è molto più basso rispetto ai telai “standard”, per rendere la bici ancor più guidabile nei sentieri più tecnici. Anche sul carro abbiamo lavorato molto: è corto e largo, per avere il massimo della rigidezza laterale ed ampliare ulteriormente il passaggio ruota. Questo mi aiuterà molto a Glasgow, dove di fango ce n’è in abbondanza».

Anche la scelta dei componenti non è stata casuale. Come ti stai trovando?
«Benissimo. Molti dei componenti sono artigianali, eccezion fatta per l’ammortizzatore ed il reggisella telescopico marchiati RockShox, la trasmissione Sram Eagle ed i pedali Shimano Xtr. Le ruote sono di Race Factory, una piccola realtà bresciana. La forcella è Bright da 105mm, a steli rovesciati e con zero sag, mentre i freni sono BCA. Anche la sella e le coperture sono di marchi italiani, Smp e Vittoria. Partecipare al Campionato del Mondo con una bici così italiana è per me un grande onore, oltre ad essere un grande privilegio. Il “fatto in Italia” non è sogno, ma solida realtà».