Coppa del Mondo, in anteprima i percorsi XC e DH di Andorra

Luca Braidot vince la sua seconda gara in Coppa del Mondo ad Andorra. Era il 2022 (foto: Bartek Wolinski / Red Bull Content Pool)
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La Coppa del Mondo sta per sbarcare ad Andorra, piccolo principato al confine tra Spagna e Francia, per la prova più alta della stagione. Come nelle passate edizioni, le gare si svolgeranno nella località di Vallnord, nel cuore dei Pirenei, dove nel 2024 andranno in scena per la prima volta i campionati del mondo.

Il percorso disegnato per le gare Cross Country è molto simile a quello del 2022, quando a vincere nella prova regina fu Luca Braidot, davanti a David Valero e Nino Schurter. A decretare il re dell’edizione 2023 sarà un lungo tracciato di 4.2 chilometri e 204 metri di dislivello, con salite di 2-3 minuti in rapida successione, discese non particolarmente tecniche ed il caratteristico pump track. Un continuo su e giù che, giro dopo giro, si farà sentire sulle gambe dei corridori. Come sempre, la gara Short Track si svolgerà su un anello più breve, di circa 1.5 chilometri, ricavato nella zona di partenza e arrivo.

A differenza degli altri anni, però, ad Andorra non ci sarà il terreno asciutto. Sta piovendo da giorni e sono previste altre precipitazioni nel fine settimana. Quasi sicuramente, dunque, non ci sarà il solito polverone. A rendere il tutto ancor più complesso, ci sarà sicuramente l’altitudine. Non tutti i rider hanno avuto il tempo necessario, dopo la prova iridata di Glasgow, per adattarsi alla quota. Perciò, potremmo assistere a delle sorprese. Come accade nei Grandi Giri su strada, sopra i 2.000 metri, tutto cambia.

Anche per il percorso Downhill, la scelta degli organizzatori è stata a favore della continuità. A decretare i vincitori sarà un fettucciato di 1.87 chilometri, che partirà dai 2.833 metri di quota di Pic del Cubil ed arriverà, 478 metri più in basso, a Pal Arinsal. Qualche linea nella parte centrale del tracciato è stata modificata, ma il percorso rimane molto veloce e poco fisico. Dopo una prima parte completamente priva di vegetazione, quasi lunare, il percorso entra nel vivo con una sezione boschiva che si muove parallelamente alla seggiovia, dove i rider dovranno lasciar correre la bici e non esagerare con i freni. Il terreno è privo di verde e solo in alcuni tratti presenta radici e piccole pietre. Di pedalato c’è poco o niente: per i rider sarà tutta una questione di aerodinamica e mantenimento della velocità, che li condurrà in meno di tre minuti al passaggio mozzafiato sul ponte prima dello sprint conclusivo.