La caduta di Bernard Kerr e il mistero della bici spezzata. Ecco le spiegazioni di Pivot

Tempo di lettura: 3 minuti

E’ l’incubo di ogni biker: saltare e sentire la propria bici cedere all’atterraggio. Esattamente questo è quanto capitato al pilota britannico Bernard Kerr a Rotorua (Nuova Zelanda), dove sabato è andata in scena la prima gara di Downhill del Crankworx (un vero e proprio festival itinerante della Mtb).


Sono presto circolati sul web tantissimi video dell’incidente (qui), in cui si vede chiaramente l’accaduto: all’ultimo di una serie di salti, Kerr atterra corto e la sua Pivot “proto” (in test dalla metà della scorsa stagione) si spezza in due nella parte anteriore. Kerr è fortunatamente illeso (come poi confermerà con un video pubblicato sui social), la bici no.
E’ parso evidente fin da subito che a causare la caduta (a dir poco rocambolesca) fosse stato un difetto strutturale, cosa che ha poi confermato Chris Cocalis, fondatore e CEO di Pivot Cycles.


Questa la sua dichiarazione a riguardo: «Dopo un’indagine attenta sul cedimento del telaio prototipo, possiamo confermare che non abbiamo riscontrato alcun cedimento dei tubi di carbonio e che la resina epossidica utilizzata per incollare il telaio era ancora intatta. Sfortunatamente però, la colla non ha aderito alle giunzioni di alluminio. Utilizziamo un trattamento su tutte le parti in alluminio per proteggerle dalla corrosione galvanica tra il carbonio e l’alluminio: probabile che sia stato proprio questo alla base del problema.

Bernard Kerr in azione. 32 anni e tra i più forti al mondo nel DH, è un volto storico per il Pivot Factory Racing


Recupereremo dal team tutti i telai che sono stati prodotti nello stesso periodo e adotteremo le misure necessarie per garantire che i telai siano il più sicuri possibile e pronti per un’altra stagione di Coppa del Mondo.
Siamo estremamente dispiaciuti: non vorremmo mai vedere una rottura del telaio, e ancor di più non di questa portata. E’ una fortuna che Bernard non sia rimasto gravemente ferito. Stiamo adottando misure stringenti, affinché non accada più nulla di simile in futuro».

Il telaio ha una costruzione particolare, con tubi in carbonio e giunzioni in alluminio. Visibile in foto anche il sistema con doppia catena: un’alternativa al più utilizzato ‘high pivot con puleggia di rinvio’


Un episodio senza dubbio spiacevole, per il pilota e l’immagine del brand. Tuttavia sono cose che possono accadere con materiali in test, non è la prima e non sarà l’ultima volta. Purtroppo il collaudo vero è sui sentieri e certe problematiche non sempre emergono nei test di laboratorio, come ha detto Kerr stesso nell’ultimo video pubblicato sul suo canale YouTube (qui).

Sempre Kerr con il prototipo utilizzato lo scorso anno, all’apparenza identico a quello visto a Rotorua


Probabilmente questo inconveniente allungherà i tempi per l’entrata in commercio di questa curiosa bici da DH con tubi in carbonio, giunzioni in alluminio e sistema a doppia catena anti-kickback. Tuttavia siamo sicuri che un nuovo prototipo sarà pronto per la prova inaugurale di Coppa del Mondo di Fort Williams (Scozia, 3-5 maggio), con la speranza di veder presto questo nuovo modello in versione definitiva.