Maxwell e Blöchlinger saltano la Coppa del Mondo per concentrarsi sulla propria salute mentale

La ventiduenne neozelandese Samara Maxwell è al centro di un caso (foto UCI_Mtb)
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L’argomento della salute mentale è sempre più di moda, sia nel mondo “normale” che nel mondo sportivo. Per questo le decisioni di saltare le prime due tappe di Coppa del Mondo di Samara Maxwell e Ronja Blöchlinger per lavorare proprio sulla loro salute mentale sono le occasioni perfette per parlarne, anche nel mondo della mountain bike.

Già nel ciclismo su strada alcuni ciclisti avevano affrontato questo discorso, in un modo o nell’altro. Uno su tutti Tom Dumoulin, vincitore di un Giro d’Italia, che ad un certo punto si fermò proprio per questo. Lo stesso fece Jenny Rissveds, tornando quindi nel mondo della mountain bike, dopo le Olimpiadi di Rio nonostante l’oro olimpico. Non contano le vittorie, gli ingaggi o gli sponsor, come qualcuno non riesce a capire. Conta altro e, per fortuna, anche i team delle due cicliste lo hanno capito.

La campionessa del mondo U23 sarebbe stata una pedina fondamentale per il Decathlon Ford Racing Team in Brasile. Sia per i risultati che avrebbe potuto ottenere che per motivazioni di sponsor. Sammie Maxwell viene dalla vittoria del campionato nazionale neozelandese sia nell’Xco che nell’Xcc, oltre che dalla vittoria dei campionati dell’Oceania. Tutto, dall’esterno, sembrava andare bene ma è stata proprio lei a dichiarare su Instagram di aver bisogno di fermarsi per lavorare un po’ sul suo cervello per «tornare più forte e sana che mai». Il sostegno nei suoi confronti è stato massimo, sia da parte della squadra e dei compagni che dal mondo della mountain bike in generale.

Il discorso è simile per Ronja Blöchlinger, vincitrice l’anno scorso di tutte le prove under 23 di short track. Ronja sarebbe stata una delle cicliste più seguite quest’anno dopo tutti i successi dell’anno scorso. Il suo salto nel mondo élite destava, e desta, curiosità. Eppure i successi non bastano per stare bene e la svizzera ha deciso di spiegare la sua situazione personale su Instagram:

«È un brutto momento per la lezione che sto imparando: anche il mio cervello ha bisogno di una pausa e non solo il mio corpo.

È il momento dell’anno per iniziare una nuova stagione di gare MTB. Ma purtroppo devo dire che per me la stagione non è ancora iniziata.

Dall’inizio dell’anno ho avuto qualche problema di salute. Il mio cervello aveva bisogno di una grande pausa da tutto. Quindi è andato in bassa stagione senza chiedere il mio permesso. È stato difficile per me capirlo, perché la mia motivazione e passione per questo sport erano e sono ancora molto alte. Ma se guardo la situazione attuale con un po’ di distanza, ora posso capire perché il mio cervello mi ha boicottato. 
Essere un atleta professionista, studiare scienze dello sport, gestire e organizzare tutta la mia vita e tutti i miei appuntamenti, viaggiare molto, cucinare più volte al giorno, passare il tempo con le persone che amo… Tutto ciò richiede molta energia cerebrale. E anche se mi piacciono tutte le cose che faccio (tranne lo shopping), era troppo per la mia testa.

Ecco perché non gareggerò nelle due gare svizzere di Gränichen e Rivera. Salterò anche le prime due gare del Mondiale in Brasile così potrò concentrarmi completamente sul mio recupero.

Fortunatamente ho il miglior supporto da parte di persone straordinarie intorno a me. Molte grazie!».

Non si sa quando le due biker torneranno a gareggiare, se magari già nella prima tappa di Coppa del Mondo in Europa o anche prima. La certezza è che in un anno importante come questo, viste le Olimpiadi di Parigi, le due atlete hanno deciso di dare la priorità alla loro salute mentale e così anche le loro squadre. Il Decathlon Ford Racing Team e il Liv Factory Racing hanno rinunciato senza problemi a due pedine fondamentali anche dal punto di vista economico. La salute mentale delle loro atlete conta di più. Questo è un passo non da poco in un mondo in cui di questi problemi non si è parlato abbastanza negli ultimi anni.