«E’ insipido e penso che avrebbero potuto fare un lavoro migliore nel creare un percorso più adatto alla mountain bike», manca sempre meno alla prova olimpica di Xco e Tom Pidcock ha (ri)aperto oggi la prima mini polemica sul percorso di gara.
Il campione del mondo in carica, oltre che campione olimpico in carica, ha definito il tracciato addirittura non «da mountain bike», criticandolo per la sua bassa difficoltà: «Amiamo la mountain bike per le ragioni che ci spingono a godercela per quello che è. Sono i percorsi che puoi affrontare, i luoghi che puoi visitare. Quando si ricopre una bella collina di ghiaia, non è davvero mountain bike». Le considerazioni di Pidcock sono state però seguite da un: «Non è il miglior percorso del mondo, ma è lo stesso per tutti, quindi…». Al britannico non è piaciuta l’idea di creare un percorso artificiale, cosa spesso discussa ad ogni Olimpiade, necessario per rimanere vicino a Parigi piuttosto che sfruttare altre zone della Francia in cui i percorsi sarebbero stati completamente naturali. La tematica del percorso si ripropone ogni quattro anni, tanto che a Tokyo le discussioni erano invece su un percorso troppo duro, più da enduro che da cross-country.
Quello che è sicuro è che le critiche al percorso non sono nuove, lo stesso Pidcock un anno fa si era espresso così sul tracciato alla trasmissione “Just Ride”: «Non mi ha impressionato granché. Hanno messo un po’ di sterrato su una collina, ma avrebbero potuto disegnare un percorso più divertente, magari mettendo qualche ostacolo in più e sfruttando meglio le pendenze. Ma penso che abbiano paura che possa piovere». Dunque il discorso non è cambiato, nonostante siano state apportate alcune modifiche al percorso olimpico della collina di Elancourt dopo il test event dello scorso anno.
A fare eco al campione in carica è stata la compagna di nazionale Evie Richards: «Non direi che non è abbastanza difficile. Penso che, proprio come i ciclisti di mountain bike, un percorso naturale che cambia a seconda delle condizioni sia una cosa piuttosto bella, è quello in cui amiamo gareggiare. Ma penso che abbiano fatto il meglio possibile, data la vicinanza a Parigi. Immagino che creare un percorso per mountain bike da qualche parte non sia la cosa più facile da fare. Se fossi stata il progettista, lo avrei fatto più naturale, con molte più caratteristiche naturali, piuttosto che artificiali. Ma penso che sia normale vederlo alle Olimpiadi. Di solito è un percorso un po’ diverso da quello che facciamo alle Coppe del Mondo, ma penso che sia solo perché quando gareggiamo alle Coppe del Mondo, di solito siamo da qualche parte sulle Alpi, da qualche parte in una bella stazione sciistica. Questo è super vicino al centro città».
L’altra grande critica mossa da entrambi gli inglesi è la mancanza della possibilità di scegliere tra più linee sul percorso, situazione che rende la gara molto più monotona rispetto, ad esempio, al percorso del mondiale di Glasgow di un anno fa, pieno di diverse linee tra cui scegliere. Inoltre l’aver creato il percorso su una collina ha impedito all’organizzazione di andare oltre i 110 metri di dislivello ogni giro (di 4.4 km), 40 metri in meno rispetto al percorso olimpico di Tokyo e circa 50 metri in meno rispetto ai percorsi di Val di Sole e di Glasgow (che non superano i 3.7 km di lunghezza).