Una gara entusiasmante, commovente. Ma non c’è da meravigliarsi se al traguardo di Elancourt Luca Braidot ha la faccia scura: si era convinto di poter ottenere qualcosa di più, di poter stare (legittimamente) sul podio accanto ai grandi di questa disciplina, e sul momento il quarto posto brucia. «Non sono per niente felice, sono venuto qua per lottare per una medaglia, e la condizione era quella per farlo. Ho fatto un errore io, nell’unico punto dove non si doveva bucare ho bucato. Non è andata giù del tutto, però ho dovuto fermarmi a cambiarla».
Luca è terreo, teso, davanti agli occhi gli passa l’occasione della sua vita. «Ho sbagliato. Poi ho provato a rientrare nel modo più regolare possibile, sapendo che nell’ultima parte la gara sarebbe diventata molto dura. Però la gara è scoppiata proprio nel momento in cui ho bucato. Non ho perso tantissimo tempo, però c’erano molti atleti in mezzo. Quindi è andata così. Ci sono ancora i Mondiali».
I campioni sono fatti così. Luca era chiuso nella sua bolla di concentrazione da quando è arrivato a Parigi: era pronto, lo ha raccontato Mirko Celestino, il ct azzurro I campioni sono fatti così. Hanno bisogno di darsi un altro obiettivo per ripartire. Braidot insiste. «Ci sono ancora i Mondiali, che sono in altura, proverò a ritrovare la concentrazione per quello. A questo punto diventa l’occasione del riscatto. Andorra mi piace, ma avevo puntato tutto su questa gara. Adesso andrò subito a Livigno, cercherò di ritrovare la concentrazione». Non vuole pensare a cosa sarebbe successo senza quella foratura nel momento peggiore. «Non lo so se sarei andato a podio, non è successo, quindi non ha senso pensarci».
Tutte azzeccate le scelte tecniche. «Eravamo lì per stare davanti oggi, il lavoro è stato ottimo. Pidcock l’ho visto a un certo punto davanti a me, ma è sempre stato davanti, non ho idea di cosa abbia fatto». Non sapeva neanche chi avesse vinto, la testa è già al Mondiale.