Una hardtail versatile: vediamo la Chisel “MonsterCross” di Merlier 

Tim Merlier in azione (foto freddyfinn -Instagram).
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Oggi parliamo di una bici davvero particolare: la Chisel monstercross di Tim Merlier. Il periodo che stiamo vivendo è particolarmente interessante per tutti gli appassionati di ciclismo, anche per chi lo osserva dall’esterno. È il momento della ripresa in vista della nuova stagione. Quello in cui molti ciclisti sperimentano materiali e nuovi metodi di allenamento, anche per alleggerire il carico. Questa fase è infatti fondamentale per mantenere alti motivazione ed entusiasmo, in particolare tra gli atleti professionisti, che in questo periodo in alcuni casi possono ancora permettersi attività alternative.

Un esempio recente ci arriva dal Belgio, dove diversi atleti della Soudal-QuickStep (tra cui anche alcuni nomi di spicco) sono stati visti impegnati in allenamenti e competizioni su terreni sabbiosi. Si tratta di una pratica molto comune nei paesi nordici, come Belgio e Olanda. Dove il ciclismo su sabbia è anche una disciplina competitiva (per lo più invernale) consolidata. Dai video trapelati sui social ci è stato possibile osservare, non solo aspetti tecnici curiosi, ma anche le attrezzature scelte dai ciclisti.

Ciò che più ha colpito è la varietà di set-up adottati. Ovviamente influenzati dalle richieste degli atleti all’inizio dell’inverno e in alcuni casi assolutamente non specifici per questo tipo di attività. Alcuni pedalavano su biciclette full suspension (come nel caso di Remco Evenepoel, che usava una Specialized Epic), mentre altri su bici Gravel, da ciclocross o hardtail.

Front o full? La Chisel si spinge oltre…

Proprio quest’ultima categoria è la prediletta degli specialisti della sabbia e tutto lascia pensare che sia la più indicata per queste prove: la scelta di un’hardtail (qui un altro articolo sulle front) è piuttosto interessante e merita dunque decisamente un approfondimento.

Prendiamo come esempio la Specialized Chisel di Tim Merlier, velocista belga di alto livello, che ha scelto una configurazione che potremmo definire “ibrida” e molto vicina alla categoria MonsterCross. Il telaio della Chisel era ovviamente in alluminio, allestito con forcella rigida in carbonio, trasmissione Shimano GRX Di2 specifica per il Gravel (anche se con guarnitura XT), componentistica da strada (inclusa la piega manubrio) e ruote Roval, montate con coperture Gravel “lisce”.
Questa configurazione potrebbe sembrare insolita per chi associa le Hardtail (in parte come giusto che sia) a percorsi Cross Country o Trail; in realtà una bici con tali caratteristiche e i giusti accorgimenti è “cucita” al millimetro per questo tipo di attività.

In conclusione, l’esempio della Specialized Chisel in questione ci insegna che un’hardtail può essere molto più di una bici da competizione per il cross-country e dimostra come questo segmento possa facilmente essere adattato a più contesti. Un “frontino” può essere trasformato per un utilizzo Gravel, adattato al MonsterCross e, perché no, diventare una bici da viaggio (qui l’articolo sulle Mtb da viaggio).
In questo periodo sei in cerca di novità? Spazio alla fantasia!