Bertoli, che ha vinto la Marathon di Morzine. «Ma quale champagne, bastava un po’ di formaggio»

Sebastian Bertoli, 35 anni, di Bolzano, vive a Lucerna e corre per il Dynamic Bike Team di Appiano
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A Sebastian Bertoli scappa quasi da ridere. «Mi è sembrata un po’ esagerata la premiazione con lo champagne e i fiori. Noi amatori siamo gente semplice, ci saremmo accontentati di una fetta di formaggio». Bertoli è l’italiano che sabato 16 si è imposto nella Marathon Open di Morzine, dopo aver condotto quasi tutta la gara in testa. In un mondo dove tutti tendono a esagerarsi e ad esaltarsi, Sebastian fa eccezione. Se fosse per lui non vorrebbe neanche raccontare la sua storia, «una storia normalissima», ma alla fine lo fa per dare il giusto riconoscimento alla squadra per cui è tesserato, il Dynamic Bike Team di Appiano, in Alto Adige, e al presidente Andreas Pichler.

Normale normale la storia di Sebastian non è. Nato a Bolzano 35 anni fa, ha girato l’Europa per studiare e poi per lavoro, e da due anni vive a Lucerna, in Svizzera, «lavoro in finanza come programmatore». E la mountain bike? «La solita storia. Ho cominciato a pedalare da bambino, da noi ci sono le montagne, ed eccomi qui. Mia madre era preoccupata che andassi in giro da solo, soprattutto nei tunnel senza illuminazione, e così per accontentarla mi sono iscritto a una società». Qualche gara da allievo e juniores, ma ha smesso al secondo anno da Under 23, «ero troppo fiacco», ride. La verità è che non si sentiva portato per puntare tutto sull’agonismo. «I miei amici andavano molto forte, era abbastanza chiaro che non ero a quel livello, soprattutto nel cross country». Amici che infatti sono andati avanti, «Schweiggl ha corso fino a due anni fa, Beltain Schmid ha corso anche lui, con la Ktm». A Sebastian piacevano anche altre cose. «Ho fatto altri sport ma non a livello agonistico. A poi volevo studiare».

Tre anni a Milano a scuola di fotografia, altri tre a Londra dove si è occupato di media e studi culturali, «e pedalavo solo nel weekend», poi è andato tre anni in Olanda a studiare intelligenza artificiale, «fu allora che comprai la bici da cross». Nel 2018 Sebastian è tornato nel suo Alto Adige «e ho ricominciato come Master 1 dopo dieci anni di pausa».

Alla Marathon dell’UCI, nell’evento Open di Morzine, in Alta Savoia, si è iscritto quando mancavano 4 ore alla scadenza. «Mi ha convinto il mio amico Emilien, che corre tra gli élite. Non era lontano da casa, suo padre ci faceva da supporto, era una bella occasione. Ma posso essere sincero? Il livello non era altissimo, in una qualsiasi Marathon in Italia è più alto». Il risultato, dice Bertoli, «è carino ma secondario», sta di fatto che ha chiuso in 5h49’23” alla media di 17,287 km/h, precedendo di 4 minuti e mezzo il secondo, il belga Thomas Garnier, e facendo meglio di diversi élite. «Una gara così lunga – 100 chilometri con 4mila metri di dislivello – non l’avevo mai fatta. È stato divertente: un posto nuovo, nuovi sentieri, tutto molto bello».

Sebastian ha scelto la categoria Open, «cosa vado a fare con Porro e Rabensteiner?», ed è arrivata la prima vittoria, «quest’anno avevo fatto qualche podio». I fiori li ha regalati alla mamma del suo amico Emilien. Sebastian fa 12-15mila chilometri l’anno, «marathon, un po’ di tutto, mi basta divertirmi», a Lucerna ha un amico pugliese che è fissato col ciclocross, «facciamo qualche gara». La Mtb è una Canyon, per il fango invece ha una vecchia Specialized. Aveva anche la foto del podio ma preferisce non pubblicarla, «altrimenti sembra che ci creda davvero, è stato un po’ esagerato, e se ho vinto io non era poi una gran corsa». E ride.