Per tutti i ciclisti le Olimpiadi sono un sogno, correrle sarebbe il coronamento di una carriera. Invece i ciclisti come van der Poel hanno l’onore di poterle considerare un dilemma. La sua partecipazione alle Olimpiadi è sicura ma la domanda è: in che gara?
Non è un segreto che Mathieu vorrebbe correre le Olimpiadi in Mtb, anche per prendersi una rivincita dopo quanto successo a Tokyo. Ma le sue possibilità di vincere su strada sono alte e questa è solo una delle tante motivazioni per cui dovrebbe correre la prova in linea. La soluzione? Per una persona “normale” sarebbe semplice: scegliere una delle due prove. Per i pazzi come van der Poel invece c’è una terza opzione: correre entrambe le prove. Non è l’unico che ci sta pensando, ma pensarci è un conto e farlo un altro. La distanza di una settimana tra una prova e l’altra però lascia qualche possibilità a questa opzione.
In queste settimane comunque l’olandese dovrebbe sciogliere i dubbi legati alle Olimpiadi, sia per realizzare il miglior programma di allenamento possibile, sia per consentire alle rispettive federazioni nazionali (Mtb e strada) di organizzarsi di conseguenza. La scelta però non è e non può essere una semplice scelta personale di van der Poel, ci sono troppi interessi altrui di mezzo.
La prima diretta interessata è la sua squadra, l’Alpecin-Deceuninck, che lo vorrà sicuramente al via di più gare su strada possibili e pronto per provare a replicare, se non migliorare, la scorsa stagione. Prima nel periodo delle classiche e poi al Tour de France. Un eventuale calendario del genere però andrebbe in chiaro contrasto con quello che Mathieu dovrebbe fare per preparare al meglio la gara di Mtb: partecipare alle tappe di Coppa del Mondo Xco. Ad Aprile ci saranno due tappe in Brasile, tra fine maggio ed inizio giugno invece ci saranno Nove Mesto e Val di Sole. Partecipare alle tappe nel continente americano significherebbe partire per andare nell’altra parte del mondo, subito dopo aver corso la Parigi-Roubaix (se la correrà) e saltare il trittico delle Ardenne. Partecipare alle due tappe europee citate significherebbe spezzare la preparazione per il Tour de France che partirà il 29 giugno, partecipare alla tappa di Crans Montana il 23 giugno sembra per questo ancora più impossibile.
Insomma la scelta non è semplice, anzi quasi tutto indicherebbe a van der Poel di non correre in Mtb perché questo pregiudicherebbe la sua stagione su strada da campione del mondo. Come se non bastassero gli interessi della squadra va aggiunta anche una particolare coincidenza con quest’anno. La prova olimpica in linea si correrà esattamente due settimane dopo la fine del Tour de France, proprio come il mondiale su strada di Glasgow. “Ha quasi un copia e incolla dei preparativi per il mondiale di quest’anno”, a dirlo è stato De Knegt, il CT della nazionale fuoristrada olandese. È proprio lui che ha analizzato la situazione di Mathieu negli scorsi giorni provando a spezzare qualche lancia in favore della Mtb, ma anche ammettendo che la situazione è complessa. Già correre il Tour de France, cosa che sembra scontata per van der Poel, potrebbe andare in contrasto proprio con la prova olimpica di Xco: “Fare il Tour e poi salire sulla mountain bike per due o tre giorni ed esplorare il percorso è difficile. Non sto dicendo che sia impossibile, ma è difficile.”, ha ammesso il CT, che ha aggiunto: “Qualche anno fa per lui era più facile cambiare bici in poco tempo, ma adesso ovviamente non ha più vent’anni”.
Per provare a convincere Mathieu De Knegt si è pure sbilanciato parecchio: “Oserei dire che la mountain bike è sottovalutata, mentre il ciclismo su strada è sopravvalutato. Se sei un buon mountain biker, nove volte su dieci riesci a tenere testa anche su strada.”, rispondendo soprattutto alla gente che vorrebbe che van der Poel non corresse più in Mtb.
A prescindere però la scelta per Mathieu non sarà affatto semplice, da una parte ci sarà il cuore che insisterà per la Mtb e dall’altra la squadra, e forse anche la sua testa, che spingerà per la prova olimpica in linea. Certo questi sono problemi che solo pochissimi campioni possono avere, ancora di meno sono quelli che risolverebbero il problema decidendo di correre entrambe le prove, per non lasciare – forse – nessuno deluso. Per adesso è solo una pazza idea, ma a Mathieu le pazzie piacciono.