Coppa del Mondo, Lazzaro fa le carte: «Schurter è tornato per vincere ancora»

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Ilenia Lazzaro, commentatrice per Eurosport
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Ieri è iniziata ufficialmente la Coppa del Mondo di MTB, con la prima tappa brasiliana di Mairiporã. Per ora si sono disputate solo le prove di XCC Under 23 maschile e femminile. Oggi pomeriggio, a partire dalle 17 ore italiane, scenderanno in campo anche gli elite. Per l’occasione abbiamo sentito Ilenia Lazzaro, commentatrice di Eurosport, con la quale abbiamo parlato non solo dei primi due appuntamenti brasiliani, ma di tutta la stagione, facendo anche un focus sui Giochi Olimpidi di Parigi 2024.

Prima tappa di Coppa del Mondo che vede diverse assenze, su tutte quelle di Puck Pieterse e di Tom Pidcock. Come incideranno?

«Soprattutto in campo femminile sono tante le assenze tra i nomi di spicco della competizione. Se Pieterse è concentrata sulla strada, perché questa parte di calendario è molto adatta a lei e fino ad ora ha chiuso tutto le gare disputate in top 10, peserà molto anche l’assenza dell’ultimo minuto di Mona Mitterwallner. La sua non è stata una scelta tecnica, ma probabilmente un problema fisico accusato alla Cap Epic, di cui non è riuscita ancora a trovare la soluzione. Si aprono quindi le possibilità di vittoria e di podio anche ad atlete meno quotate. Questa sarà una grande occasione per la nostra Martina Berta».

Pensi che Pieterse possa comunque lottare per la vittoria della Coppa del Mondo?

«Non penso che questo sia il suo obiettivo primario in questa stagione. La strada e le Olimpiadi saranno le priorità per lei. Però, visto come sta correndo in questo periodo, sono convinta che se fosse andata in Brasile avrebbe avuto vita abbastanza facile. Se la condizione la assisterà, quindi potrebbe anche vincere i prossimi appuntamenti e rimanere in lotta per il successo finale. Tutto dipenderà da quante gare farà. Anche perché finito il giro di classiche in Belgio, Puck è andata subito in ritiro in Spagna per preparare l’Europeo di MTB. La mia paura, infatti, sta tutta nei brevissimi riposi che si prende nel passaggio tra una disciplina e l’altra. Perché ha iniziato la stagione con l’inizio delle gare di ciclocross e si è concessa solo una settimana di pausa prima di cominciare su strada, invece delle solite due/tre settimane. Stessa cosa ha fatto ora che è passata alla mountain bike. Essendo molto giovane una stagione così intensa probabilmente riuscirà a reggerla, però non è scontato».

Puck Pieterse, campionessa olandese di soli 22 anni (foto UCI_Mtb)

Tra gli uomini sarà ancora dominio di Nino Schurter o vedi altre opzioni?

«Secondo me sarà un bella lotta e i nomi sono tanti. Quello di Nino è una garanzia. Stiamo parlando di un campione assoluto e se ha deciso di correre anche quest’anno non è per fare da spettatore, ma punterà ancora al successo. Detto ciò, occhio anche agli altri. Victor Koretzky, ad esempio, è in forte crescita. Probabilmente, avendo anche un’interessante programma su strada con la Bora, non so se potrà dare costanza per tutto l’anno. Ma sulle singole tappe e in vista dell’Olimpiade è un nome che mi piace molto».

Mentre per la prima tappa in Brasile che sensazioni hai?

«Si tratta di una corsa nuova per la Coppa del Mondo e non tutti la conoscono. I nomi sono sempre quelli, ma attenzione anche a qualche atleta locale, che magari conosce bene il percorso e si giocherà tutto nel circuito di casa. Anche se una sorpresa di questo tipo la vedo più al femminile, dove appunto sono saltate un po’ le gerarchie. In campo maschile credo che gli svizzeri e i francesi siano i principali favoriti».

Come valuti questa scelta, già fatta nel 2022, di iniziare la stagione di MTB in Sudamerica? Pensi sia uno svantaggio troppo grosso per chi fa la multi disciplina?

«Essendo anno olimpico, il calendario non era semplice da fare. Abbiamo un Europeo a maggio che non si era mai visto. Certamente se invece che in Brasile queste tappe fossero state in Europa, corridori come la Pieterse avrebbero probabilmente potuto partecipare. Però essendo una stagione particolare posso capire la scelta. Diverso è se dovessero confermarlo anche il prossimo anno, perché in tal caso sarebbe evidente l’intenzione di favorire gli specialisti puri della disciplina. In quanto loro, facendo solo MTB, possono permettersi trasferte e fusi orari del genere».

Tom Pidcock è campione olimpico e campione del mondo in carica nell’XCO (UCI MTB)

Come cambia la stagione per un atleta durante l’anno olimpico?

«La risposta sta tutto nel come la stagione di MTB è iniziata. Arriviamo a questo appuntamento in Brasile con le nazionali che si trovavano davanti a una serie di scenari molto diversi tra loro che hanno inciso sull’approccio dei corridori. Ci sono alcune selezioni che hanno conquistato uno o più posti per la prova di luglio da diverso tempo e hanno già deciso chi mandare, vedi l’Olanda di Pieterse o la Gran Bretagna di Pidcock. In quel caso gli atleti hanno la possibilità di aver un inizio più soft e addirittura di saltare i primi due appuntamenti. Altre, invece, sono tutt’ora ancora in lotta per mandare un atleta in Francia quest’estate e daranno il massimo già da oggi per provare a guadagnarsi uno slot. Infine ci sono alcune selezioni, già qualificate, che però non hanno ancora deciso chi portare all’Olimpiade, come la nostra Italia. Per gli atleti di queste nazionali le due tappe in Brasile saranno una vetrina cruciale».

Tra gli assenti c’è anche Mathieu van der Poel, impegnato anche lui nella campagna di classiche del nord. Però, stando alle parole del ct olandese, MVDP non è sicuro del posto per quest’estate. Tu cosa ne pensi?

«L’Olanda ha un solo posto a Parigi per ora per gli uomini e la qualifica è arrivata con i punti di un atleta U23. Detto ciò credo che se un corridore del calibro di van der Poel dicesse di voler provare l’assalto all’oro nella MTB sarebbe difficile dirgli di no. Sicuramente questa sarà un’informazione che avremo a breve, perché entro maggio andranno comunicati i corridori che andranno in Francia in estate. Mathieu inoltre non farà il Giro d’Italia, ma sarà al Tour de France. Quindi, se dovesse veramente voler andare all’Olimpiade, le prime settimane di maggio saranno il momento migliore per fare qualche gara di mountain bike».

In casa Italia Luca Braidot e Martina Berta sono abbastanza sicuri di avere un biglietto per Parigi. Chi saranno gli altri due?

«Dare una risposta è veramente complesso. Io credo che Mirko Celestino (ct della nazionale italiana di MTB, ndr) debba fare una scelta più che sull’atleta, sul futuro del movimento. Perché in entrambi i campi può portare o un’atleta meno affermato, ma giovane e di prospettiva, come possono essere Giada Specia tra le donne e Juri Zanotti o Filippo Fontana o Simone Avondetto per gli uomini. Oppure puntare su corridori d’esperienza come Chiara Teocchi, Daniele Braidot o Nadir Colledani».

Luca Braidot, recentemente secondo agli internazionali di Verona (Foto: Santa Cruz RockShox)

Tu di che linea saresti?

«Non vorrei essere nei panni di Celestino perché non è facile come scelta. Certo scegliere un atleta giovane potrebbe essere un investimento per il futuro. Però credo che abbia fatto bene a lasciare tutto aperto e decidere all’ultimo, così da invogliare tutti a dare il massimo per provare a guadagnarsi una chiamata».