Da mercoledì 28 agosto a domenica 1 settembre si correranno i mondiali di cross country ad Andorra. Nel pomeriggio di ieri la spedizione azzurra capitana dal ct Mirko Celestino si è ritrovava per volare fino a Pal Arinsal (sede del Mondiale di MTB 2024) e iniziare a prendere confidenza con quello che sarà il percorso che assegnerà le nuove maglie iridate. La squadra sarà composta da 20 atleti: 5 uomini e 3 donne elite, 3 uomini e 2 donne U23 e 5 uomini e 2 ragazze junior. Sentiamo il perché delle scelte del commissario tecnico della nazionale e come stanno i ragazzi.
Luca Braidot rischia di aver ripercussioni dopo la delusione della medaglia solo sfiorata a Parigi?
«No. Luca è andato avanti. Ovviamente è inutile negare che in Francia siamo rimasti tutti delusi, perché ci credevamo nel podio e Braidot ha mostrato che poteva stare con quelli davanti. In più, quando perdi una medaglia per sfortuna, fa ancora più male. Se arrivi ai piedi del podio perché ti stacchi e un conto, se lo fai perché fori fa più male. Quel quarto posto all’Olimpiade è stata sicuramente una pesante delusione per Luca, anche la sera a tavola era veramente giù. Ma lo sconforto è durata solo fino alla sera stessa. Già dal giorno dopo l’ho visto su di morale e con la testa sul Mondiale. Questo è un buon segno in vista di domenica».
Con Pidcock è il grande favorito, ma un posto sul podio a questo mondiale potrebbe essere alla sua portata?
«Ne sono convinto io e ne è convinto lui. Ho sentito Luca poco fa, sta bene e ci tiene molto a rifarsi. Sono sicuro al cento per cento che al Mondiale darà tutto per prendersi quello che gli è sfuggito un mese fa. Sarà uno degli uomini da battere. Braidot ha approcciato questo appuntamento con la giusta mentalità. Tanto che finito il ritiro di quindici giorni della nazionale è rimasto su fino a venerdì per affinare ancora condizione. D’altronde ha preparato la stagione in maniera perfetta. Il suo piano era partire lento per far si che la forma andasse in crescendo nel corso dell’anno e raggiungesse il picco per l’Olimpiade. Grazie al ritiro di questo mese dovrebbe esser riuscito a tenere calda la gamba e arrivare ad Andorra con la giusta condizione».

Mentre a cosa punta Simone Avondetto? Campione Europeo di cross country in carica, ha corso molto bene quest’anno.
«Con Simone non ci siamo fissati un obiettivo. Per lui sarà importante come esperienza e deve fare la sua gara cercando di esprimersi al meglio. Anche lui, come Luca, è uscito dalla prova di Parigi molto deluso. Il motivo è ovviamente diverso. Avondetto ha fatto un’ottima stagione, sempre davanti, e l’Olimpiadie è probabilmente l’unica corsa che ha cannato. Lui è stato il primo a rimanere molto deluso dalla sua prestazione. Dopo l’arrivo era in lacrime. Io gli ho detto subito che non doveva soffermarsi troppo sul risultato. Io ci tenevo molto che lui fosse presente a Parigi perché credo che insieme a Zanotti siano due giovani forti e in gamba. Saranno loro il nostro futuro e la sua presenza quest’anno tornerà utile per Los Angeles 2028».
Invece a Juri Zanotti, Nadir Colledani e Filippo Fontana cosa hai chiesto?
«Sono tutti pedine molto importanti della nostra nazionale. Juri è uno dei nostri giovani più promettenti. Non è venuto a Livigno perché era in ritiro con il team, ma sta bene e sono sicuro farà la sua corsa. Gli altri due hanno mostrato di essere in crescita in questo finale di stagione. Filippo all’Italiano ha tenuto il ritmo dei primi fino all’ultimo giro. Spero possano dare il massimo e continuare la loro ottima stagione con buoni piazzamenti questo weekend».
Passando alle ragazze, l’assenza di Giada Specia è una sua scelta tecnica o ha avuto un problema?
«Si tratta di una mia scelta. Martina Berta, Chiara Teocchi e Greta Seiwald sono le tre ragazze che meglio si sono espresse durante l’anno, mostrando di essere le più informa e facendo valere anche un po’ di esperienza. Su due di loro avevo puntato anche per Parigi e ho confermato la scelta, mentre l’ultima è stata la prima delle escluse dai convocati a Parigi. Ma anche l’unica che mi aveva fatto dubitare delle mie scelte. Giada è molto giovane e avrà altre occasioni. L’avevo anche portata in ritiro con noi a Livigno per seguirla da vicino, ma poi ho optato per le altre tre».

In campo femminile non abbiamo le stesse ambizioni che abbiamo per gli uomini, ma le nostre ragazze hanno mostrato di poter valere una top 10.
«Chiara è quella partita meglio tra tutte le nostre atlete. Quel 4° posto in Brasile, che poi quello che gli è valso una maglia a Parigi, è stato importante per lei. All’Olimpiade ha sfiorato la top 10, chiudendo undicesima in volata, e sono sicuro che farà bene anche ad Andorra. Greta non ha forse avuto quei picchi, ma è stata senza dubbio la più continua e costante delle nostre atlete. Non avendo fatto l’Olimpiade avrà anche il dente avvelenato e spero che userà questa carica in maniera positiva. Da chi invece mi sto aspettando un bel segnale è Martina. Era la ragazza da cui si aspettava di più quest’anno, ma fino ad adesso sta mancando. Sì, ha vinto il campionato italiano, ma visti i risultati delle passate stagioni e il suo talento ci attendevamo di più a livello internazionale».
Cosa le sta mancando?
«Non lo so, secondo me soltanto un buon risultato. Anche lei è comunque giovane, quindi tante volte la pressione può giocare brutti scherzi. Noi su Marta vogliamo fare un lavoro a lungo termine. La aspetteremo e l’accompagneremo nel suo percorso di crescita. Certo che serve una risposta sul campo da parte sua. Speriamo che il Mondiale sia il posto giusto. Berta si è allenata al Sestriere, vicino casa, come è suo solito fare quando si avvicinano i grandi eventi. L’ho sentita sicura e decisa. Confido nel suo lavoro in altura e nella sua programmazione».
Per quanto riguarda gli under 23 e gli junior. Chi può far bene e su quali ragazzi hai maggiori aspettative?
«Nelle categorie minori, a differenza degli elite, sono le ragazze che invece hanno i migliori numeri e più chance di fare risultato. Per le U23 è Valentina Corvi la nostra atleta di punta. Quest’ultima è al primo anno, ma in Coppa del Mondo ha dimostrato di andare molto forte e potersi giocare la medaglia. Mentre tra gli junior Giada Martinoli ha già fatto podio agli europei e penso si possa ripetere. In campo maschile sono tre gli U23 Ellan Paccagnella, Matteo Siffredi e Fabio Bassignana. Questa è purtroppo la categoria dove più fatichiamo, ma faranno sicuramente del loro meglio. Infine abbiamo 5 junior. Sono tutti ragazzi molto giovani e validi. Se proprio devo fare un nome dico quello di Mattia Stenico. Secondo me lui può ambire anche a una medaglia».

Il programma inizia mercoledì con la Team Relay, dove siamo campione europei. Si può ambire anche al successo iridato?
«Questa è la gara che da tecnico mi piace e diverte di più di tutta la trasferta. Perché è l’unica disciplina di gruppo, dove ognuno deve dare il massimo ed è l’ambiente che vince. Non il singolo campione. In più è una corsa dove il mio ruolo è più decisivo. È infatti importante scegliere bene gli atleti giusti e il momento migliore in cui schierarli. Come dissi per l’Europeo abbiamo una grande squadra e penso che possiamo ambire al bottino grosso anche al Mondiale».
Ultima domanda sull’e-bike. Chi ci sarà?
«Non ho ancora i nomi precisi dei presenti perché come nazionale noi faremo solo da supporto meccanico il giorno della gara e durante le prove del percorso, ma non sono convocati da noi. La gara a loro spese. Sono sicuro della presenza di Garibbo e di Tabacchi. Forse ci sarà anche Fruet».