L’app Strava (qui il sito ufficiale) è conosciuta da tutti. Il famoso sito che permette di tenere traccia dei propri allenamenti semplicemente caricando, in pochi secondi, i file gps dal proprio ciclocomputer tramite bluetooth, o registrandoli direttamente da mobile. Non solo, con gli anni è diventata un vero e proprio social dedicato a tutti gli sportivi, ed è diffusa soprattutto tra i ciclisti e tra i biker in generale.
Le funzioni sono cosa nota: funge da diario degli allenamenti. Ci dà la possibilità di analizzare ogni file caricato (da noi, ma anche dagli altri utenti) osservandone i watt e la frequenza cardiaca registrate, insieme a tempo, chilometri, dislivello e tanti altri parametri. Ci consente di connetterci con altre persone e di conoscere nuovi atleti. Oppure di scoprire nuovi itinerari e sentieri grazie al pianificatore di percorsi, molti dei quali segnalati e creati dai fruitori stessi.
Per ogni strada, trail o porzione di essi, Strava fornisce anche la classifica dei tempi di percorrenza di ogni atleta che vi è transitato, attingendo proprio ai dati delle varie attività che ogni iscritto inserisce. C’è lo storico assoluto, quello annuale, solo uomini, solo donne, differenziati per peso o per età: insomma, una “gara” virtuale potenzialmente infinita. Ed è qui che vorremmo soffermarci.
Come si possono sfruttare meglio le potenzialità di Strava?
In che modo un biker può sfruttare seriamente questa funzionalità? Al di là del confronto goliardico con gli amici riguardo chi è andato più “forte”, questa classificazione automatica, per adesso ancora gratuita, potrebbe essere determinante nei nostri allenamenti.
Se il motivo è ovvio per quanto riguarda la salita, potrebbe essere meno scontato per quanto riguarda la discesa: confrontare il proprio tempo con quello dei primi assoluti è un modo utile per individuare i propri punti deboli, in particolar modo sulla tecnica. Specialmente, poi, se uno stesso segmento – come succede nella maggior parte dei casi – è ulteriormente suddiviso in parziali: interpretare i dati cronometrici con l’obiettivo di affinare la tecnica di discesa è più facile, in autonomia, se si sa dove e quanto tempo perdiamo.
Ci sentiremo dei piloti che osservano le telemetrie, saremo noi i nostri personalissimi ingegneri di pista. E poi, il confronto si estende: possiamo vedere chi ci precede in classifica e quando ha svolto la sua prestazione, spesso anche con quale bici; possiamo capire le differenze tra front, full, enduro, o persino dowhill. Le potenzialità sono molte.