Gare invernali: vediamo come si vestono i pro’ del ciclocross

Ciclocross
Mathieu van der Poel all'UCI Cyclo-Cross World Championships di febbraio 2024 disputato a Tabor, in Repubblica Ceca
Tempo di lettura: 2 minuti

Oggi parliamo di abbigliamento durante le gare invernali, ma anche di ciclocross. Ogni ciclista professionista, infatti, vive il sogno di poter scegliere, a proprio piacimento, nella grande varietà di materiali top di gamma offerti dagli sponsor del team. Non soltanto ognuno ha a disposizione un’officina aggiornata con tutte le novità sul mercato. Ma anche la possibilità di poter rovistare in un armadio colmo di qualsiasi tipo di indumento tecnico. Ovviamente, queste sono condizioni necessarie per poter svolgere attività in qualsiasi clima e in ogni parte del mondo. Specialmente se si tratta di discipline con molte variabili interne come quelle del fuoristrada.

Se prendiamo la specialità del ciclocross come esempio, è facile accorgersi di quanto essa sia delicata in quanto condizioni meteo. Infatti, si corre prevalentemente in autunno e in inverno.
Per di più, nella creazione di un vestiario il più specifico possibile, i brands produttori devono assolvere a due compiti principali. Da una parte tenere al caldo l’atleta, dall’altra evitare che il fisico si surriscaldi. Le temperature in gara sono spesso rigide, ma lo sforzo è estremamente intenso (seppur breve). E richiede un materiale traspirante che impedisca all’atleta di dover fronteggiare il problema opposto. Ovvero essere troppo vestito, e dunque avere troppo caldo. Infatti, problematiche simili portano inevitabilmente a un calo della prestazione, un errore da evitare assolutamente in gara. Quindi, come si vestono gli atleti nel ciclocross?

Nelle gare invernali con un body felpato…

Partendo dal tronco, siamo abituati a vedere i nostri beniamini, quasi in ogni gara, dotati di body: ecco, non esiste soltanto quello “canonico” più leggero, ma ne vengono prodotte anche delle tipologie “felpate”, a manica corta o lunga. L’intimo sottostante è a discrezione dell’atleta: anche questa è una scelta in relazione all’aumento della temperatura corporea previsto in gara. Molto spesso vediamo che i corridori non lo indossano affatto, e – addirittura – allentano la zip alla base del collo con lo scopo di raffreddarsi ulteriormente (nello stesso tempo, invece, gli spettatori presenti sono coperti così tanto che a malapena ne vediamo gli occhi).

Raramente vengono adottati gli “spezzati” composti da maglia a manica lunga e pantaloncino; molto più frequenti, invece, magliette e pantaloni corti al posto del body.

Rari anche i gambali per coprire le gambe, qualche volta sono usati soltanto fino alle ginocchia; molto più spesso, invece, si notano manicotti per tenere al caldo le braccia. Anche i tubolari a copertura del collo sono indossati soltanto in casi “particolari”, come neve o ghiaccio; mentre più comune – nell’inverno – la fascia sottocasco. Guanti? Sì e no: quando vengono usati, sono soprattutto lunghi e con un buon feeling in presa manubrio.

Insomma, in linea di massima ci si veste bene ma ci si “copre” poco: i movimenti devono venire facili e mai impacciati, il freddo – se c’è – viene subito solo negli istanti di fermo alla partenza.