I sistemi di fissaggio del ciclocomputer e la soluzione innovativa di Orbea

Ciclocomputer
Manubrio integrato e staffa marchiati Switch. Forse una delle soluzioni ad oggi più efficaci
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Più volte nell’ultimo periodo abbiamo trattato la materia (qui qualche consiglio per la scelta), eppure mai in quest’ottica. Parliamo di ciclocomputer e oggi analizzeremo le possibilità di posizionamento con manubri classici e integrati.

Questi piccoli dispositivi, ormai indispensabili per ogni ciclista che voglia monitorare le proprie prestazioni, il percorso o la navigazione, possono essere infatti posizionati in maniere differenti, ovviamente con l’obiettivo di renderli facilmente consultabili durante la pedalata, ma al tempo stesso non ingombranti o dannosi l’estetica della bici.

Ciclocomputer
Una staffa anteriore per manubri classici. Difficilmente può essere utilizzata con manubri integrati di nuova generazione

Fissaggio del ciclocomputer su manubri classici

Iniziamo con l’analizzare i sistemi possibili con i manubri classici, ovvero quelli dal design tradizionale e dalla forma cilindrica. Le soluzioni per il fissaggio del ciclocomputer sono sostanzialmente due.

La prima consiste nell’utilizzare una staffa anteriore, montata davanti al manubrio, che permette di posizionare il dispositivo in maniera visibile e stabile. La seconda, più diffusa e spesso considerata la più semplice, prevede l’impiego di una placchetta di plastica e degli elastici di fissaggio, applicati sul manubrio o sull’attacco. Questa soluzione è pratica, leggera e consente un’installazione rapida e senza attrezzi, ma tende ad essere meno stabile e più esposta a vibrazioni, oltre a risultare meno elegante dal punto di vista estetico. Insomma, ora i pro’ e i contro di queste soluzioni li sapete e la scelta sta a voi. Adesso però è il momento di entrare nell’ostico.

Ciclocomputer
Un ciclocomputer Sigma fissato in maniera classica, con placchetta ed elastici. Una soluzione semplice e tutto sommato efficace, ma che poco si addice alla pulizia di un manubrio integrato

Fissaggio del ciclocomputer su manubri integrati

Il problema, infatti, nasce con la diffusione dei manubri integrati, sempre più utilizzati anche nel mondo della mountain bike. Questi manubri con attacco e piega in un unico blocco sono progettati per offrire principalmente un’estetica più pulita, e spesso presentano nella parte centrale una forma non cilindrica, che può essere ovale, piatta o con sezione variabile. Queste caratteristiche rendono quasi impossibile l’utilizzo delle staffe tradizionali, che richiedono una sezione tonda su cui fissarsi. Anche il classico supporto con elastici, pur potendo essere utilizzato, non è il massimo: questo andrebbe a contrastare il guadagno estetico che si vuole ottenere con l’integrazione.

Per questo motivo, per i manubri integrati i progettisti si sono orientati su due alternative principali. La prima prevede l’installazione di supporti fissati al tubo di sterzo, con varianti che utilizzano lo spacer o il tappo della serie sterzo come punto di ancoraggio. Questa soluzione è elegante e pulita, perché non aggiunge elementi visibili sul manubrio stesso, e garantisce una buona stabilità al ciclocomputer. Tuttavia, dal punto di vista estetico, alcuni la trovano poco raffinata o un po’ “ingombrante”.

Staffe di questo tipo non sono particolarmente consigliate a chi fa Mtb “vera”. Con ciclocomputer di dimensioni generose il rischio di rottura è ancora più accentuato

La seconda alternativa, invece, consiste nel fissare il supporto del ciclocomputer tramite delle viti (dove presenti) sotto l’attacco “virtuale”, con il dispositivo fermo anteriormente al manubrio. Questa opzione, sebbene possa sembrare pratica, non è particolarmente consigliata per chi fa Mtb “vera”. Il motivo principale è che supporti di questo tipo non sono particolarmente adatti per il fuoristrada, dove sarebbero soggetti a continue sollecitazioni dovute a vibrazioni, urti con la vegetazione o eventuali impatti, con il rischio che anche il ciclocomputer possa danneggiarsi durante l’uso (soprattutto con dispositivi di dimensioni generose).

Che soluzione consigliano le aziende?

Proprio per superare questi limiti e unire funzionalità, estetica e robustezza, alcune aziende hanno iniziato a proporre soluzioni innovative. Tra queste, una delle più interessanti arriva da Orbea, che da poco tempo sui modelli di punta (Oiz e Alma in versioni top di gamma) ha introdotto un sistema innovativo. Questa soluzione rappresenta un vero passo avanti: il supporto per il ciclocomputer è completamente integrato nella struttura stessa del manubrio, rendendo il tutto più semplice, più pulito e, soprattutto, più resistente alle sollecitazioni.

Orbea
Orbea da qualche anno montava tappi di sterzo sagomati e con l’aggancio per ciclocomputer. Ora sulle nuove Oiz e Alma con manubrio integrato, ha integrato ancor meglio il tutto

Questa tendenza di integrazione, anche del ciclocomputer, sembra destinata a crescere, anche vedendo quanto accade nel mondo delle bici da corsa, dove si stanno moltiplicando i tentativi di rendere i cockpit sempre più puliti, funzionali e aerodinamicamente avanzati. Il futuro sembra essere questo. Intanto Orbea ha mosso i primi passi in questa direzione. Staremo a vedere.