Ricordate, la Wilier Urta Slr presentata sul numero di maggio di MTB Magazine? La nuova biammortizzata della casa veneta è un connubio di rigidità, leggerezza e design. Un modello che si distingue per una linea del telaio in cui ogni componente è perfettamente integrato. Un telaio che segna il cambio di passo dell’azienda nel mondo offroad, applicando a questo progetto tutte le migliori tecnologie applicate ai modelli top della gamma strada, la 0 Slr e la Filante Slr. Cinematismi in carbonio, un telaio da 1,7 chilogrammi e una lunghezza dei foderi bassi di 432 millimetri. Non in ultimo il nuovissimo manubrio Urta Bar Slr, una piega con attacco integrato da soli 285 grammi. Dai nostri test è emerso un mezzo reattivo che grazie ad un Sag del 15 per cento offre sostegno anche nei tratti misti. Per la messa a punto dello schema sospensivo l’azienda si è avvalsa inoltre degli esperti tecnici di Andreani Group che hanno indicato la strada migliore per la realizzazione di uno schema dalle grandi prestazioni anche a registro completamente aperto sui terreni misti e in salita.
Un bisturi nei sentieri più nervosi e sui tracciati dai repentini cambi di pendenza. I ragazzi del team Wilier 7C Force lo sanno bene, è il loro mezzo da gara, che noi abbiamo potuto osservare da vicino anche i dettagli della versione più racing. Non ce ne vogliano i ragazzi di Massimo Debertolis, team manager, ma la colorazione rosso-blu vince a mani basse su quella nera satinata. Com’è la Urta Slr del team Wilier 7C Force? Ce lo ha spiegato Massimo Debertolis. Sul mezzo da gara dei ragazzi che devono afforntare lunghe distanze e risparmiare energie, si è scelto un compromesso tra leggerezza, performance e comodità.
L’allestimento degli atleti Wilier 7C Force
«Sulla bici da gara – dichiara Debertolis- abbiamo puntato tanto sul peso ma anche sull’efficienza, per le lunghe distanze bisogna utilizzare componenti affidabili. Ma andiamo con ordine. Sulle sospensioni ogni ragazzo ha personalizzato l’affondamento con il ProImpact di Andreani, grazie a questo lavoro non abbbiamo bisogno di sfruttare tre posizioni. Con Leonardi stiamo facendo un grande lavoro, le pedivelle Capo in alluminio sono molto rigide e di conseguenza ideali per la miglior resa, ma stiamo collaborando anche per nuovi prodotti. La cassetta che utilizziamo è la General Lee con scala 9-48 mentre per le prove più impegnative come la Hero usiamo la 9-50. In gara può succedere di tutto, per questo ci affidiamo alla protezione dello Shelter di Effetto Mariposa, quello più fine sul manubrio, mentre quello più spesso è applicato sul tubo orizzontale. Sul down tube invece, possiamo vantare la presenza del paraurti di cui la Urta è dotata di serie. Il mezzo da gara è poi montato con ruote Miche K1 in carbonio con canale da 27 millimetri e sul posteriore tutti i ragazzi hanno la Super Mousse di Andreani. Fondamentale in ambito marathon, massima leggerezza, lascia spazio al liquido e permette di sfruttare pressioni più basse. In genere all’anteriore con le gomme più rinforzate che Maxxis ha, non si risparmia certo qui sul peso, gonfiamo a 1,15 Bar, 1,3 invece al posteriore».
Nel nostro test avevamo parlato anche della compatibilità con reggisella telescopico, e i ragazzi non potevano che puntare a uno dei prodotti più leggeri sul mercato: il Dt Swiss D 232, che però, ci ha svelato Debertolis verrà presto sostituito da un nuovo modello innovativo e altrettanto curioso. Il Ground 3X farà presto la sua comparsa sulle Urta Slr in occasioni speciali. Il suo funzionamento permette di sfruttare tre diverse posizioni per avanzare, fino a 82 millimetri, quando lo sterrato sale, per aumentare il comfort in fase di ascesa. In discesa invece permette di arretrare meglio, fino a 106 millimetri, migliorando il controllo e l’aderenza. Il peso? Solo 394 grammi, ma i vantaggi sono davvero illimitati. Sarà il primo top team ad usarlo ed è ancora in fase prototipale.
Infine Debertolis spiega perché apprezza la Wilier Urta Slr: «Ho collaborato con Wilier in ogni fase del progetto Urta Slr, era la prima volta che lavoravo inoltre su un manubrio integrato come l’Urta Bar. Il risultato è sorprendente soprattutto in relazione alle inclinazioni, un backsweep da 8° e l’upsweep di 4° si adattano a una moltitudine di utenti. Indubbiamente la Urta Slr è più esigente in fase di regolazione. Si sente molto la differenza tra una pressione di 157 e 163 Psi nell’ammortizzatore per esempio. Il sistema sospensivo è molto sostenuto e reattivo anche utilizzato completamente aperto. Infine la questione angoli, non fermatevi ai soli numeri che si vedono nella scheda tecnica, questo telaio è studiato per lavorare al meglio con le inclinazioni scelte».