Gli angeli e i santi dell’Ornella: in bocca al lupo a tutti

La vetta del Sourasass dopo l'ultimo terribile muro
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Se c’è una cosa, un sentiero, un tratto del percorso che domani condizionerà la nostra BMW Hero Dolomites, questa sarà l’Ornella. La terza lunga salita della Marathon di Selva di Val Gardena lascerà il segno a tutti, nessuno escluso. Arriverà dopo due scalate molto dure (Dantercepies e Campolongo) e farà male, molto male. Perché? Per la sua caratteristica principale: la pendenza, da capogiro.

Pochi in bici, tanti a piedi

Arrivati ad Arabba, dal classico ristoro si continua a scendere nel bosco sino ad arrivare in località Costazza (siamo a 1.300 metri di quota). Inizia un primo tratto di salita asfaltata. Nulla di che, ma le pendenze sono sempre e costantemente sopra il 10%. Si prosegue così per circa 2,5 chilometri fino ad arrivare in località Col d’Ornella dove inizierà il nostro “Inferno”.

La pendenza già elevata in asfalto, impenna ancora come se arrivassimo da una strada in pianura. Una strada forestale con pendenze che aumentano progressivamente ci apre uno scenario impietoso. Nessuno sa dire fino quando la strada impenni (si parla di massime fino al 35%). Poco male se fosse solo uno “strappo”. Peccato però che la strada forestale immersa nel bosco martoriato dalla tempesta Vaia, prosegue per circa 2 chilometri. In questo tratto si copre un dislivello di quasi 500 metri che, a conti fatti, vuol dire quasi un 25% di pendenza media.

Solo una minima parte degli atleti riuscirà nell’impresa di pedalare tutto il Col d’Ornella. Chi, per ovvie ragioni sarà costretto a scendere, camminando per decine di minuti, nel punto in cui la strada “mollerà la presa” si ritroverà con gambe dure come il cemento armato. Anche perché la salita a tutti gli effetti, proseguirà per altri 2 chilometri, fino alla vetta del Sourasass a 2.200 metri di quota dopo 6,5 chilometri di ascesa totale con quasi 900 metri di dislivello accumulato.

Il Passo del Duron? La ciliegina sulla torta

Complice anche la variazione del tracciato per neve, una volta scollinati, forse si avrà modo di recuperare un po’ lungo la strada asfaltata del Pordoi. Pochi chilometri dopo il prezzo da pagare, per lo sforzo esagerato dell’Ornella, sarà l’inevitabile quanto doloroso valico del Duron, dove la lotta principale non sarà più con il tracciato, ma con noi stessi. La ciliegina su una torta infernale quanto bella prima dell’arrivo a Selva di Val Gardena quando le Dolomiti torneranno belle come prima e arrossiranno al tramonto di una giornata epica.