MONDIALI 2023 / L’opinione: la decisione dell’UCI favorisce Pidcock e ignora le donne

Tom Pidcock non ha corso la crono inaugurale del Giro dei Paesi Baschi a causa di una caduta in ricognizione (foto: Bartosz Wolinski)
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Va in scena la gara più attesa, il clou, eppure nel mondo della mountain bike si parla soprattutto di regolamenti (che in pochi sembrano conoscere) e di punteggi. La decisione dell’UCI di cambiare all’ultimo secondo le regole dei campionati del mondo per far avanzare nella griglia gli stradisti, a corto di punti nell’XCO, ha fatto infuriare le stelle della disciplina, da Nino Schurter in giù. I bikers dicono che così si falsa non soltanto la gara di oggi ma anche la corsa ai Giochi Olimpici di Parigi nel 2024. Le proteste si sono tradotte in un comunicato formale.

Ma cos’ha fatto l’UCI? Ha cercato un modo per avanzare nella griglia i fuoriclasse venuti dalla strada. Lo stratagemma che ha scelto è stata quella di applicare al mondiale le regole della Coppa del Mondo (che favoriscono la multidisciplina), con un’ulteriore modifica che ha consentito di tirare su anche Tom Pidcock e Peter Sagan. «I posti di partenza dal 33° al 40° nei Campionati del mondo di mountain bike UCI XCO Elite includeranno tutti i corridori classificati nella top 10 di qualsiasi classifica individuale UCI ad eccezione della classifica mondiale individuale su strada di cui saranno inclusi i primi 20». Si sente un po’ il rumore degli specchi su cui ci si è arrampicati, ma tant’è.

Il risultato pratico è che Mathieu van der Poel, campione del mondo su strada e nel ciclocross, che in base ai punti Mtb (zero) sarebbe partito dall’ultima fila, così come Peter Sagan, oggi partirà dalla quinta fila. Quanto all’altro grande stradista e ciclocrossista al via dell’XCO, si tratta del campione olimpico di Tokyo, Tom Pidcock. L’inglese, già bronzo (non senza polemiche) nello Short Track di giovedì, sulla base dei punteggi (la vittoria in Coppa a Nove Mesto) sarebbe stato al 61° posto, invece parte anche lui al fianco di van der Poel e Sagan.

C’è una ragione dietro questa scelta che l’UCI non ha affatto nascosto. Anzi. Peter Van den Abeele, dirigente responsabile del settore fuoristrada dell’UCI, ha ammesso che le stelle costituiscono un valore aggiunto per la Mtb, «una gara di mountain bike con Pidcock o Van der Poel è di calibro diverso rispetto a una gara di mountain bike senza quei due», aggiungendo poi considerazioni su un futuro fosco, «dobbiamo lottare per mantenere la specialità nel programma olimpico di Los Angeles 2028. A Tokyo, con Pidcock e van der Poel, la visibilità è stata maggiore».

Se è indiscutibile che le star portino visibilità, non si può non pensare che mettere mano alle regole alla vigilia di una gara non faccia rumore. È normale che i professionisti del cross country si sentano frustrati e minacciati da questa decisione. Tutti hanno puntato il dito contro van der Poel, in questo momento superstar in un cielo di stelle, mentre Sagan ieri ha detto che questa cosa lo ha piacevolmente sorpreso, «non ne sapevo niente, credevo di partire in fondo». Van der Poel ha ammesso di non aspettarsi niente dalla gara di oggi, dice di essere soltanto alla ricerca di punti per la classifica olimpica e neanche quelli sembrano più necessari dopo il quinto posto del suo connazionale Tom Schellekens nella gara degli Under 23. Possiamo credergli o meno.

Jolanda Neff abbraccia la sua mitica Trek Supercaliber (foto: Trek Bicycle)

Si è parlato di «eccezione van der Poel», ma il vero favorito da questa decisione dell’ultimo momento sembra essere proprio il campione olimpico, Tom Pidcock, che sulla gara di oggi ha puntato tutte le sue aspettative, al punto da rinunciare anche al mondiale su strada. Il campione di casa partirà 33°, davanti a uno come Sam Gaze per intenderci. Senza questo trucchetto, sarebbe stato dietro, in settima fila.

Ultima considerazione. Queste forzature non si applicano mai alle donne, chissà perché. Ieri Blanka Kata Vas è partita dal fondo (47ª) ed è arrivata quinta nel mondiale Under 23. Ma perché è partita dal fondo se è nella top ten sia nel ciclocross sia tra le giovani stradiste? Lo ha chiesto all’UCI Jolanda Neff, campionessa olimpica in carica, non noi. «Vi siete dimenticati di Blanka quando avete fatto la nuova regola? Pensate soltanto agli uomini quando fate le regole? O è magari la dimostrazione che le vostre regole si applicano solo quando ne avete voglia?». Insomma, due pesi e due misure. Anzi, tre pesi e tre misure. Forse addirittura quattro.