L’Italia al Test Event del 24 settembre. Celestino: «A Parigi 2024 puntiamo a una medaglia»

I quattro azzurri con il commissario tecnico Mirko Celestino a Tokyo, pronti per testare l'Izu Mtb Race (foto: Federazione Ciclistica Italiana)
Tempo di lettura: 3 minuti

«A Parigi puntiamo a una medaglia». Mirko Celestino lo dice subito. Due anni fa a Tokyo andò tutto male, ma nessuno cercò una scusa. Tra covid, clima diverso, fuso orario. Gli atleti e tutto lo staff fecero un piccolo cerchietto su un nuovo obiettivo: Parigi 2024. Non serve raccontare quanto sia importante l’Olimpiade, non serve spiegare quanto una medaglia possa aiutare il proprio sport o possa scrivere il nome dell’atleta nella storia. Questa settimana ci sarà il primo avvicinamento ufficiale alla prova olimpica con lo svolgimento del test event (24 settembre). Tutti gli atleti conosceranno per la prima volta il percorso che tra un anno sperano di poter rivedere in gara, per questo abbiamo sentito il ct della Mtb azzurra, volevamo sapere come l’Italia arriva a questo test event, quali possono essere le nostre ambizioni per il prossimo anno e chi potrebbe essere il nuovo campione olimpico.

Quanti italiani potremmo portare alle Olimpiadi?
«Per il momento possiamo portare 2 uomini e 2 donne. A Tokyo portammo 3 uomini essendo la seconda nazionale nel ranking ma da queste Olimpiadi hanno cambiato le regole: le prime 7 nazionali possono portare 2 atleti, le altre 1 e la nazionale di casa 3. Attualmente siamo tra le migliori 7 con grande margine sull’ottavo posto».

Ci sono atleti che non hanno accettato la chiamata al test event?
«No, solo Martina Berta non era stata inserita nella prima convocazione a causa di alcune idoneità che scadevano in questo periodo. Ora la convocazione è stata aggiornata con anche il suo nome».

Chi non è stato chiamato ha ancora chance di conquistarsi un posto?
«Sì anche in non convocati a questo test event potrebbero essere convocati per le Olimpiadi. Inoltre a questa gara non parteciperanno tutti i convocati ma solo 3 uomini su 5 e 2 donne su 3. Però tutti gli atleti potranno girare nei giorni precedenti sul percorso e provarlo in anteprima».

Quali eventi definiranno le convocazioni per le Olimpiadi?
«Le gare di Coppa del Mondo, poi esattamente quali verrà comunicato agli atleti in un secondo momento ma saranno quelle le gare di riferimento».

Quale dovrebbe essere la scadenza per ottenere una convocazione il prossimo anno?
«Dipende dal calendario che deve ancora uscire, ma in ogni caso dopo le prime gare di Coppa del Mondo. Chiaramente non vogliamo arrivare a fare una convocazione all’ultimo momento, così potremmo garantire agli atleti di essere tranquilli e di poter preparare al meglio le Olimpiadi».

Oltre ai ciclisti chi altro ci sarà a Parigi?
«Qualche collaboratore ci sarà come Tiberi. Poi dipenderà da quante persone il Coni ci permetterà di portare, dopo dovrò essere io a decidere se portare più meccanici o massaggiatori o altre figure».

Ha già visto il percorso?
«No lo scopriremo adesso, il test event ci servirà in primis per vedere il tracciato visto che nessuno ne sa qualcosa, forse giusto i francesi».

Oltre al percorso quale altro aspetto proverete in vista del prossimo anno?
«Sfrutteremo quest’esperienza anche come sopralluogo per prepararci al meglio in vista del prossimo anno. Le Olimpiadi sono super organizzate ed è l’unico evento per il quale non possiamo organizzarci come federazione e per cui devi stare alle loro scelte ed ai loro programmi. Ci hanno già assegnato un albergo e lo vedremo, poi cercheremo di capire anche gli spostamenti, dove sono i servizi che ci potrebbero servire e anche dove far allenare gli atleti al di fuori del campo gara».

Sa di qualche corridore straniero che dovrebbe partecipare al test event?
«Mi sembra di aver sentito che Mathieu van der Poel ci sarà, Pidcock no ma vedremo nei prossimi giorni. La gara non darà punti quindi sarà più una prova organizzativa anche per gli organizzatori per capire se tutto è ok».

Se le Olimpiadi si corressero domani, quale sarebbe un risultato che la renderebbe soddisfatta della spedizione olimpica?
«Puntiamo una medaglia, Tokyo è andata male. Gli atleti stanno dimostrando di crescere bene, Berta e Specia stanno migliorando molto e Luca Braidot è una garanzia, quindi andremo lì per far bene».

Quanto è importante questo test event in vista delle Olimpiadi?
«Scopriremo un po’ tutti i dettagli e i parametri del percorso che ci serviranno per preparare la gara al meglio. Vedremo anche quali sono gli ostacoli e quanto sarà difficile fisicamente il percorso».

Cosa non è andato a Tokyo?
«È andata male un po’ a tutti, non so dirti bene cosa è andato male. Hanno avuti tutti una giornata no, ma sono ragazzi maturi, esperti, quindi non saprei… gestiremo meglio con tutti la situazione per farci trovare pronti».

Quale atleta non italiano potrebbe essere il favorito l’anno prossimo per lei?
«Sicuramente i più pericolosi sono sempre i soliti: quelli che vengono dalla strada sono i più attesi. Poi Nino Schurter non molla mai e vorrà fare bene essendo la sua ultima Olimpiade, anche i francesi saranno agguerriti essendo in casa».

E qualche outsider come Dascalu?
«Il romeno sta crescendo molto bene, è un atleta completo, forte e bravo. Vedrai che arriverà anche lui a dare qualche zampata, se non quest’anno il prossimo, anche per le Olimpiadi è uno dei più pericolosi».