La nuova vita di Minnaar: «Ora ho un team da F1. Non so quanto correrò ancora»

Greg Minnaar, foto dal profilo Instagram di norcobicycles
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Era dal 2008 che il nome di Greg Minnaar era strettamente legato a quello della sua squadra: la Santa Cruz Syndicate. Chiunque nell’ambiente, dopo così tanti anni di successi oltre che di collaborazione, pensava che se mai Greg avesse deciso di concludere la sua carriera agonistica lo avrebbe fatto con il marchio con cui aveva scritto la storia del downhill. Eppure no, ai primi di dicembre la grande, inaspettata, novità: Greg Minnaar lascerà la Santa Cruz Syndicate. Clamoroso. Tutto ci si aspettava dal mondo del downhill tranne che una separazione del genere.

Per questo tutto il mese di dicembre è stata una continua attesa di notizie: con chi correrà il quattro volte campione del mondo? Con che bici correrà? Con che ambizioni lo farà? Pochi giorni fa finalmente l’annuncio: il sudafricano ha firmato con la Norco Factory Racing. Subito dopo la firma è stato contattato da PinkBike a cui ha svelato molti dettagli sia sugli ultimi mesi che sul nuovo progetto. Una delle prime cose ad essergli stata chiesta è quando ha scoperto di dover lasciare la sua storica vecchia squadra e se se lo aspettasse. Greg lo ha ammesso, il divorzio con Santa Cruz è stata una sorpresa: «L’ho scoperto una settimana dopo Mont-Sainte-Anne, già piuttosto avanti nella stagione. Penso che fosse metà ottobre. È stato allora che è successo tutto. Ero un po’ stressato, sai, non mi aspettavo che le cose andassero così.».

Dopo quella notizia però è arrivata la Norco che ha proposto a Minnaar un nuovo progetto che non lo usi semplicemente come ambassador ma che lo metta al centro di tutto. Greg sarà al centro di un progetto, che lui stesso ha ammesso essere, non solo ambizioso ma anche rivoluzionario: «Devo essere onesto. Avevo le mie riserve, ma non appena mi ha parlato del team di ingegneri, non di un team di ingegneri qualsiasi… beh non ho visto niente di simile nel settore delle biciclette. Questo mi ha emozionato un po’ e ho pensato, wow, questi ragazzi si stanno davvero dando da fare. Sanno cosa stanno facendo, questo potrebbe essere molto interessante. Mi ha entusiasmato vedere quali opportunità avrei potuto avere con Norco.».

A lavorare con Minnaar non ci saranno degli “ingegneri qualsiasi” ma, e questo giustifica decisamente il suo stupore, una serie di profili che hanno fatto esperienza in Formula 1: «Non so come abbiano fatto a tenerlo segreto per così tanto tempo. Voglio dire, hai David Cox, che guida l’intera squadra e viene dalla McLaren, questo è già di per sé piuttosto impressionante. Il fatto che l’industria della mountain bike sia riuscita ad attirare ragazzi dell’industria automobilistica è piuttosto impressionante, perché normalmente è il contrario. Hanno chiamato Colin Ryan, che è un ingegnere incredibilmente intelligente. Ha lavorato così duramente sulle sospensioni, ha tutti questi dati con cui gioca e che adora assolutamente. Poi c’è Adrian Ward, che ha trascorso sette anni in Formula 1.».

Gli obiettivi della squadra sono più che ambiziosi, e non possono non esserlo quando investi così tanti soldi in personale super qualificato. Per questo anche Greg lo è, tanto da sognare una vittoria magari già a Fort Williams. Però quando hai quasi 43 anni non puoi non pensare al ritiro e per questo Minnaar ne ha parlato: «Voglio ritirarmi dopo una grande stagione. Quando dico una grande stagione voglio solo divertirmi. E posso dirti che l’anno scorso non è stato molto divertente. C’era solo un sacco di stress. Quindi non c’è alcuna pressione perché io vada in pensione. Quest’anno correrò sicuramente ma non sono sicuro di quante altre stagioni correrò dopo.». Quindi i tre anni di contratto firmati da Greg non garantiscono che il sudafricano gareggerà per le tutte e tre le prossime stagioni, ma forse è normale che sia così. D’altronde Greg Minnaar ha vinto tanto, tutto, e correre ancora rischiando il tutto per tutto in quel minuto e trenta secondi di gara a 46 anni non sarebbe semplice.

Dopo tanti successi il divertimento inizia a contare sempre di più, la fame di vittorie si placa e si inizia a vedere un altro possibile futuro che prima non si sarebbe mai riusciti a vedere. Qualcuno quando non vince più inizia ad odiare il proprio sport, la ricerca di una vittoria, l’ultima forse, rischia di diventare un’ossessione. Così però per fortuna non sarà per Greg, lui vuole concludere come quando aveva iniziato da ragazzino: divertendosi.