Tutta la gioia di Fontana: chiude l’Africa Eco Race 6° assoluto

Marco Aurelio Fontana al traguardo dell'Africa Eco Race. Foto: Simone Armanni
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I sogni bisogna andare a prenderseli. Come ha fatto Marco Aurelio Fontana che ha chiuso l’Africa Eco Race al posto assoluto e nella classe 450. Il campione di mtb, l’uomo che regalò all’Italia della mountain bike una medaglia epica all’Olimpiade, ha coronato la sua grande passione: correre l’avventura in moto, nel deserto. Lo ha fatto sulle strade della ex Dakar. A guardarlo al traguardo, con il sorriso pieno e lucente, veniva quasi da piangere. 

Al Foglio, prima di partire per il deserto, Fontana ha raccontato la sua passione per il motore. Merito di papà Giuseppe, il piacere dei motori arriva da lì. «Lui è sempre stato appassionato di motòr, come dicono a Piacenza. Girava coi kart, seguiva tutto il motorsport. Per me le bici sono arrivate più tardi, verso i dieci anni. A tre mi regalarono una motoretta fuoristrada piccolina. Pensavo fosse una Sukuzi gialla. Poi ho scoperto che era una Italjet rossa. Papà l’aveva fatto riverniciare». La bici è arrivata più tardi. 

Campione di tutto, eroe delle ruote grasse, Fontana la moto non l’ha abbandonata mai. Dopo la carriera da biker si è messo seriamente sui motori. A sua moglie disse: «Le avevo detto: tesoro, corro in bici fino ai quaranta. Poi però faccio la Dakar». L’Africa Eco Race è stata l’inizio, una epifania per Fontana. Che certo non si fermerà qui. L’evento in Africa è stato pazzesco: 6.000 chilometri attraverso 4 stati, da Monaco lungo spazi sconfinati, mari di dune, spiagge, terreni pietrosi, fino a Dakar. «La cosa che temo di più è dormire in tenda – aveva detto Fontana -, nel deserto la notte c’è una bella escursione termica». Ha superato anche quella.