I classici raggi in acciaio sembrano oramai quasi fuori moda. Quando si parla di Coppa del Mondo, non si può non notare come le abitudini costruttive siano cambiate e si siano evolse nel corso di questa ultima decade. Se fino a qualche anno fa era solo Nino Schurter a potersi permettere le “monoblocco” Syncros Silverton SL (presentate nel lontano 2018), che a loro tempo fecero clamore e non poco, ora non è più così con diversi team e parecchi rider attentissimi a scelte tecniche di primaria importanza come può essere quella delle ruote. Materiale del cerchio, larghezza e forma del canale, scorrevolezza del mozzo e tipo di cuscinetti sono solo alcuni dei parametri valutati, a cui si è aggiunta solo in questi ultimissimi anni anche la questione dei raggi.

Il merito di questa grande attenzione è probabilmente sempre del dieci volte iridato Schurter, che ha sdoganato l’uso del carbonio anche per le ruote. Lo ricordiamo anni fa, con tubolari e “ruotine”, sempre con cerchi in fibra: una rarità per l’epoca, da cui poi presero spunto le altre squadre.

Le abitudini, anche perché vincenti, non sono cambiate: il cerchio in carbonio, Nino, l’ha sempre tenuto (ora in Coppa ce l’hanno quasi tutti), negli ultimi anni però con l’aggiunta di raggi e mozzi in fibra. Le Silverton SL (utilizzate per un periodo anche da Pidcock) sono infatti costruite interamente in carbonio monoscocca, per il massimo in termini di leggerezza ma soprattutto rigidità, con tecnologia sulla falsariga delle storiche Lightweight, marchio che ha fatto la storia del ciclismo su strada nei primi anni 2000.

Come dicevamo, questo modello ha riaccesso l’interesse degli atleti e conseguentemente dei marchi per la raggiatura. In questo 2024 abbiamo infatti assistito all’introduzione di modelli molto interessanti come il Control SL di Roval (marchio di proprietà Specialized), ma anche alla scelta dei raggi tessili per le specialissime dei due iridati XCO del Team Ineos. Ma andiamo con ordine, partendo proprio da quest’ultima notizia.

I raggi tessili non sono una novità assoluta: Avancini ci vinse nell’agosto 2023 il Mondiale Marathon. Da quest’anno li troviamo però montati anche sui cerchi Princeton del Team Ineos: non siamo a conoscenza del marchio, ma l’aspetto ci è sufficiente per affermare che siano in dyneema, proprio come quelli della Berd montati sulle ruote 9th Wave (distribuiti in Italia da Andreani, qui all’IBF) di Avancini. La scelta sembra essere vincente: dopo averli testati a marzo, Pidcock e Ferrand-Prévot hanno mantenuto questi set di ruote senza esitazioni sulle proprie bici da gara, ottenendo come sempre grandi risultati.


Passiamo poi ad una delle novità più ghiotte di questo ultimo periodo: le Roval in carbonio con cui Koretzky, Stigger e i compagni del Team Specialized Factory Racing hanno dominato i primi mesi di questa stagione. Si tratta di un modello con cerchio in carbonio, mozzo cromato prodotto da DT Swiss e soprattutto raggi tondi in carbonio. Specialized ha dichiarato che questi sono del 29% più leggeri rispetto a quelli in acciaio, ma al contempo anche più robusti. A differenza delle Syncros Silverton, questi non costituiscono un tutt’uno con il mozzo, ma sfruttano un sistema simile a quello classico: in caso di rottura questi possono essere sostituiti, anche se immaginiamo che la procedura non sia delle più semplici.

E quindi: quali sono i motivi che hanno portato alla scelta di questi due materiali? Più o meno gli stessi, sia per il dyneema che per il carbonio: risparmio di peso, maggiore resistenza alla trazione, alla flessione, ma anche migliore assorbimento delle vibrazioni. Caratteristiche fondamentali per un pro’, molto meno per un semplice amatore.

Fonte foto: profilo Fb di Specialized Bicycles

Ma in fondo per capire che non siano ruote per tutti basta dare un’occhiata al prezzo delle Roval: ben 3.000€ per la coppia.