
Durante la Absa Cape Epic, una delle gare a tappe più dure al mondo, i rider si trovano a dover affrontare condizioni estreme, tra caldo torrido, lunghe salite e polvere che in alcuni giorni rende difficile vedere perfino a pochi metri di distanza. Allo stremo, però, vengono messe anche le Mtb. In Sud Africa, durante le ore in sella, la polvere finisce inevitabilmente ovunque, influenzando e in alcuni casi compromettendo il funzionamento delle bici. Quest’anno, oltretutto, nel momento clou si è presentata anche la pioggia, a creare uno scenario “fangoso” davvero raro.
Per questi motivi, di rimedi “last minute” negli anni se ne sono visti di tutti i colori, ma anche di soluzioni preventive “alternative”. Nel 2025, in questo contesto, sono state due soluzioni particolarmente curiose presenti sulle bici di Martin Stošek (passato al team Buff-Megamo nel 2025) e Christoph Sauser (vecchia conoscenza “iridata” della Mtb, che ha partecipato nella categoria Master) ad accendere il nostro spirito investigativo. Perciò entriamo ora nel dettaglio, per raccontarvi cosa è stato visto.

Cape Epic: il trucco della siringa sulla Megamo Track di Stošek
Iniziamo dalla Megamo Track di Stošek. Il “trucco” utilizzato dal forte rider ceco è stato condiviso tramite un video sui social, dove si vede il meccanico del Team fissare sul telaio (su richiesta del corridore) una siringa contenente olio per la catena. La siringa, posizionata vicino al portaborraccia verticale e sopra la corona anteriore, era in plastica, per intenderci simile a quelle utilizzate anche per iniettare liquido sigillante nei copertoni o per fare lo spurgo dei freni. Dentro era stato inserito un lubrificante Blub, partner del team.
Le finalità di questo sistema sono chiare: poter lubrificare la catena durante la gara, per mantenere al meglio la sua scorrevolezza ed evitare di farla arrivare “stridente”. Eccessivo? Forse. A certi livelli, però, nessuna ipotesi viene lasciata al caso, questo è chiaro.


Christoph Sauser e i copristeli home-made per proteggere la forcella
Passando oltre, come dicevamo, un altro rimedio interessante ce lo fornisce lo svizzero Christoph Sauser, un veterano della Mtb (puri-iridato XC e Marathon nei decenni passati). Durante la sua Cape Epic (che ha segnato il ritorno sotto i riflettori internazionali), Sauser ha utilizzato copristeli “home-made” per proteggere la forcella della bici ed evitare che polvere e fango ne compromettessero le prestazioni.
L’obiettivo dello svizzero era impedire che lo sporco penetrasse all’interno (come per le protezioni in gomma in voga negli anni 90’), danneggiando o usurando i componenti. Una soluzione non propriamente bella, ma funzionale e con probabilità anche efficace.

Insomma, il mondo delle lunghe distanze si dimostra ancora una volta molto affascinante, anche dal punto di vista tecnico. Non solo watt (anche se tanti): dietro c’è molto di più. Compreso l’ingegno.