
Le UCI MTB World Series vanno di nuovo in scena questo week-end, ancora ad Araxá. Non vedremo, però, lo stesso percorso: anzi, sono state apportate sostanziali modifiche.
Certo, la location rimarrà la medesima, ma saranno percorsi altri trails: così facendo, ne risulterà un’altimetria decisamente opposta alla precedente. E, se nel primo round avevamo visto un tracciato favorevole a corridori esplosivi, in questa seconda prova dovrebbe essere, invece, l’esatto contrario.

Infatti, la salita dello Short Track, su cui abbiamo ammirato Blevins e Koretzky dominare sia al sabato che alla domenica, proseguirà ulteriormente. Mentre nel primo round sfociava in una ripida discesa. Inoltre, sono stati aggiunti altri punti difficili, ripidi e tecnici da scalare: questi, però, sono stati disegnati per far iniziare l’ascesa quasi da “fermi”, rappresentando una difficoltà ulteriore specialmente nel traffico dei primi giri.
Anche il passaggio sulle famose radici “giganti” è stato rivisto: questa volta si affronteranno al contrario, e dunque con pendenza favorevole, diventando – forse – più facili (almeno sull’asciutto). I salti in stile dirt-jump sono confermati, ma il “core” principale della discesa è stato modificato con l’inserimento di una rampa in legno che immette su un trail multi-linea.
Araxá: il secondo round potrebbe favorire nuovi protagonisti, tra cui i nostri portacolori
Ovviamente, il terreno sarà ancora quello compatto che abbiamo visto la settimana scorsa. Il grip dovrebbe essere ancora buono e non ci attendiamo cambiamenti sostanziali di assetto sulle bici dei riders. Il grande punto interrogativo sarà chi potrà battere i tre Specialized, apparsi veramente in forma smagliante. Nonostante, in questa nuova versione, il percorso sia più favorevole agli scalatori, una settimana soltanto potrebbe non essere sufficiente per colmare un gap atletico così ampio come quello emerso.

Sicuramente, potremo aspettarci uno Schurter più pimpante: Nino era incappato in una foratura, perdendo oltre un minuto e producendosi efficacemente in un veloce recupero. Chissà: senza inconvenienti, magari, avrebbe potuto impensierire i primi tre, sfruttando la gamba della Cape Epic.
E, a proposito di atleti forti in salita, non dimentichiamoci del trio italiano Wilier-Vittoria. Anche Braidot e Avondetto, infatti, sono reduci dalla corsa a tappe sudafricana, assieme ad uno Juri Zanotti apparso molto brillante.