Tokyo 2020 / Il miracolo di Jolanda Neff: la caduta, la paura, la carriera a rischio. Così è rinata

Internazionali d'Italia Series, Nalles, terza tappa, Jolanda Neff (Foto: Internazionali d'Italia Series)
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Sapete perchè lo sport è così bello? Perchè dà la possibilità a tutti, di veder realizzati i sogni dei nostri campioni. Jolanda Neff oggi sul gradino più alto di Tokyo 2020 ha commosso tutto il mondo come la ragazza svizzera che non ha mai mollato. La bionda riccia del canton Ticino alla quale la sfortuna, gli si è accanita contro, mettendo a rischio non solo la sua carriera, ma anche la sua vita.

Rio 2016: L’inizio di un sogno chiamato Tokyo 2020

Nell’Olimpiade che coronò Nino Schurter, Jolanda arrivò sesta. All’età di 23 anni però capì che quel piazzamento sarebbe stato solo un trampolino di lancio per un’ambizione ben più alta: quella dell’oro, quattro anni più tardi a Tokyo 2020. Ci sarebbe arrivata all’età di 27 anni e con un gran bagaglio di esperienza. E negli anni avvenire la Neff diventò la regina dell’XCO.

Due campionati Europei, tre Mondiali a staffetta, un Oro Mondiale nel 2017 e un Argento nel 2019. Una carriera perfetta nell’avvicinamento della sua ambizione più grande: l’Olimpiade.

La caduta che cambiò tutto

Era il giorno di Natale del 2019 quando su Instagram, la Neff postò un lungo post da un letto di ospedale. Una caduta durante un allenamento gli procurò la lesione della milza di quinto grado, un polmone parzialmente collassato e due costole rotte. Qualcuno pensò subito: carriera finita. E invece no, dopo nemmeno un mese e mezzo, Jolanda Neff era già in sella…

L’arrivo della Pandemia posticipò l’Olimpiade e tra alti e bassi, le prestazioni di Jolanda tornarono ai massimi livelli. Tuttavia la sfortuna ha bussato ancora alla porta della giovane ragazza. questa volta a poco più di un mese dalle Olimpiadi. L’appuntamento era a Leogang nella prova di Coppa del Mondo. Arrivò in quarta posizione dopo una rovinosa caduta. Concluse la gara a sua insaputa con la frattura della mano.

L’Olimpiade era dietro l’angolo e la dominatrice della Coppa del Mondo Lecomte aveva già prenotato un posto sul gradino più alto del podio. Con i sogni di gloria in picchiata, la Neff fu costretta a saltare Les Gets, arrivando a Tokyo 2020 e assaggiando nuovamente i sentieri sterrati, a pochi giorni dalla gara della vita.

La benedizione venuta dal cielo

Quando questa mattina le prime nuvole del tifone hanno bagnato il circuito dell’Izu Mtb Course, gli sguardi disperati delle atlete la dicevano lunga sul circuito che sarebbe diventato estremamente tecnico. Persino la famosa pedana in legno ribattezzata “Pedana Van der Poel” fu rimessa per la sicurezza delle atlete. In appena un’ora di sopralluogo le linee sono state completamente riviste. Il terreno da polveroso, è diventato viscido. Alcune hanno addirittura rinunciato a prendere il via. Tutte le atlete erano preoccupate. Tutte tranne lei, una fuoriclasse di tecnica che ha aggredito i cinque giri in programma senza un briciolo di sbavature.

Il motto di una vita che l’ha portata all’Oro

In una recente intervista sui metodi di preparazione a un evento e sui rituali pre-gara, a Jolanda Neff venne chiesto quall’era il suo motto. Bene, quel motto è stata la sua vera vittoria all’Olimpiade di Tokyo 2020. Il capitolo finale di una bella storia che dimostra quanto belli sono i sogni…

C’è questo detto, ‘Allenarsi duramente, vincere facilmente‘. Amo il duro lavoro. È semplicemente una sensazione incredibile e una volta che sei in quella zona, non vuoi essere da nessun’altra parte”. 

Jolanda Neff