
Scegliere la pressione delle gomme con cui affrontare il giro, o la gara, è sempre un momento molto delicato. Come veri ingegneri di pista, dovremo considerare molte variabili. Tipo di terreno, condizioni atmosferiche, tipologia di mescola e tassello dello pneumatico. Inoltre, bisogna chiedersi anche se avremo un alto guadagno di quota. O se le temperature esterne avranno una forte escursione positiva, dato che sono due cose che alzano automaticamente la pressione di gonfiaggio iniziale.
Insomma, c’è tanto a cui prestare attenzione. E anche se possiamo sempre fermarci per “pelare” l’aria in eccedenza, è sempre scomodo dover arrestare la pedalata per cambiare setting in itinere. Specialmente nei casi (faticosi) in cui si deve gonfiare di più.
Pressione: le indicazioni della “casa”
Veniamo al pratico. In primis, il costruttore indica sulle “spalle” (le parti laterali della gomma) la pressione minima e massima consentita per il corretto uso del prodotto. Ovviamente, non è così facile. Di bikers che si attengono ai range indicati di fabbrica probabilmente, ancora, non ne esistono. Pressioni più basse sapientemente gestite, infatti, significano maggiore impronta a terra del battistrada e quindi più grip.
Quindi, qual è l’obiettivo a cui la gomma deve assolvere? Semplice: sostenere la nostra pedalata e scorrere bene prima di tutto. Ma anche garantirci la giusta trazione dove il terreno è cedevole, e farci da “appoggio” sicuro in ogni curva. Deve, quindi, lavorare bene nell’assistere la nostra guida.

Come accorgersi se lo pneumatico è troppo gonfio? In linea di massima, tenderà a scivolare in appoggio, oltre ad amplificare la sensazione di urto sugli ostacoli. Se troppo sgonfio, invece, in tenuta o nei cambi di direzione tenderà ad “accartocciarsi”; oltre a farvi sembrare di star pedalando su delle “molle”, se non si è già pizzicato per la scarsa aria al suo interno.
Visivamente, per capire a occhio se si è arrivati alla pressione giusta, esso deve “spanciare” leggermente quando ne testate la resistenza con le dita o forzandovi leggermente sul manubrio. Se preferite, invece, un metodo più “scientifico”, online si possono trovare anche applicazioni che calcolano la pressione corretta in base al vostro peso e stile di guida.
Variazioni okay, ma a “piccoli passi”
In generale, parlando di bici da cross-country, è raro trovare pressioni elevate, specialmente se dotati di inserto interno. Il suggerimento che riteniamo più utile in questi casi è quello di sperimentare. Immaginate quale deve quella ideale per voi, partite per il vostro giro leggermente più alti rispetto ad essa, e mettete in tasca – almeno per le prime volte – un manometro digitale con cui prendere nota dei cambiamenti che apporterete.
Siate cauti nel forzare la guida sul sentiero a modifiche appena fatte, cercate di capire – piuttosto – le sensazioni: con buona probabilità dopo qualche curva avrete già la percezione di ciò che la bici vi chiede di fare, se dovrete gonfiare o sgonfiare.
Un consiglio: procedete a piccoli passi in ogni variazione di pressione, 0.1/0.2bar alla volta, in modo che potrete testare ogni microscopico cambiamento, senza stravolgere l’assetto.