Specialized DH, a che punto siamo? E quell’elettronica ancora nascosta…

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La nuova Demo? (credit: Billy Ceusters / Öhlins - Mountain Bike )
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Del misterioso prototipo “S-Works” (la linea racing di Specialized) da Downhill abbiamo già parlato (anche più volte), ma a distanza di uno e due anni (dal primo avvistamento), la domanda resta: cosa è realmente cambiato in questo lasso di tempo, rivelatosi più ampio del previsto? Ma soprattutto, quanto manca alla presentazione ufficiale di questa tanto attesa-probabile-nuova Demo?

Il percorso è stato lungo. Le tempistiche ipotizzate inizialmente si sono allungate, ma i segnali lasciano intendere che stavolta siamo ormai veramente vicini al lancio. La bici non è più un prototipo grezzo e mascherato: la cover dell’ammortizzatore posteriore che in passato aveva fatto discutere è stata eliminata (ormai da tempo), il telaio è ora interamente in carbonio e il design si avvicina sempre più a quello di un modello definitivo, con una pulizia delle linee che fa pensare a una versione pronta per il mercato.

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La bici “personalizzata” per Bruni (credit: Billy Ceusters / Öhlins – Mountain Bike)

Dove è stata avvistata recentemente la nuova Specialized S-Work da Downhill?

Gli avvistamenti più recenti sono arrivati in competizioni nazionali, ma anche in tappe di Coppa del Mondo. Il riferimento è nello specifico a quella di Les Gets, dove Loïc Bruni, Finn Iles e Jordan Williams l’hanno messa alla prova in gara. Successivamente poi il tutto si è replicato anche ai Mondiali di Champéry. Come abituati dal top brand californiano, non si è trattato di fugaci apparizioni: nel paddock la bici era sempre ben visibile.

Parlando della bici, come visibile nelle foto, la finitura del telaio è già molto curata, i loghi compaiono in modo evidente e ordinato (non più “da prototipo”), e soprattutto parte del passaggio dei cavi è stato spostato all’interno. Tutti segnali inequivocabili di maturità del progetto.

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Un dettaglio sulla parte anteriore. Ben visibili anche le pinze freno Brembo (credit: Billy Ceusters / Öhlins – Mountain Bike)

Dal punto di vista tecnico, il telaio mantiene soluzioni già viste nelle prime versioni, soprattutto a livello del carro posteriore. Restano ad esempio i foderi asimmetrici (anche se ridimensionati). Si aggiunge invece il sistema “High pivot”, con la puleggia di rinvio all’anteriore: una modifica che risponde alle necessità di ridurre il pedal kickback (spiegato qui). È un dettaglio importante, affatto di secondo piano, che conferma la volontà di Specialized di affinare ogni aspetto della cinematica. D’altronde, dopo tanta attesa, tutti nel settore si aspettano un modello innovativo.

Attenzione alle possibilità novità sul manubrio

Interessante anche ciò che si è visto sul manubrio: alcuni comandi (e la cover sul “mono”) lasciano intuire che possano esserci in arrivo novità anche da Öhlins, partner del team “factory”. Le ipotesi più accreditate parlano di soluzioni elettroniche, legate a un sistema di blocco-sblocco automatizzato, ma forse anche di regolazione completamente automatizzata delle sospensioni (anche se forse un po’ utopico).

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Un coperchio “misterioso” anche sul mono. Da altre immagini comparse sul web, sul manubrio (ma non di tutte queste nuove S-Works) sono presenti dei bottoni colorati con cablaggio elettronico. (credit: Billy Ceusters / Öhlins – Mountain Bike)
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Williams ha chiuso al quarto posto il Mondiale proprio con questo prototipo “finale” (con cui ha vinto anche il titolo nazionale) (credit: Billy Ceusters / Öhlins – Mountain Bike)

Nulla di ufficiale, certo, ma le indiscrezioni si fanno sempre più insistenti. Ad esser certo è che questa nuova Specialized Demo sia ormai pronta a lasciare la fase di test, per entrare nel mondo “reale”. Non resta che attendere.